mercoledì 23 maggio 2018

Morte a Bellagio: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it





http://thrillernord.it/morte-a-bellagio/


Autore: Cocco & Magella

Editore: Marsilio
Pagine: 240
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2018


Sinossi: In una gelida mattina di dicembre, poco prima di Natale, la carcassa di una Mercedes nera viene avvistata nelle acque del lago di Como in località Ponte del Diavolo, sulla strada per Bellagio. All’interno del Suv, intrappolato tra le lamiere, c’è il cadavere di Irene Castelli, quarantatré anni, una donna disinvolta e tormentata, ultima erede di una gloriosa dinastia di imprenditori lombardi. La ricchissima ereditiera è morta in circostanze misteriose, dopo una fuga precipitosa e un rocambolesco incidente notturno. Qualcuno ha manomesso i freni dell’auto. Cos’è accaduto a Irene? Chi voleva ucciderla? Le indagini, affidate al commissario Stefania Valenti e ai fidi Piras e Lucchesi, si concentrano da subito sulla vita privata della donna e sui familiari: l’affascinante marito Alberto Barbieri, da cui era di fatto separata da anni; il tenebroso autista-bodyguard russo; i due fratelli, a cui era legata da un ambiguo rapporto; l’enigmatica amica svizzera Inge Fischer. L’avvincente inchiesta, scandita da un meccanismo a orologeria e numerosi colpi di scena, condurrà Stefania Valenti sulle tracce del dramma privato della famiglia Castelli, iniziato quarant’anni prima tra le mura dell’ex sanatorio alpino di Sondalo.


Recensione:
È quasi Natale e in una delle tante notti fredde un Suv esce fuori strada e finisce nelle gelide acque del lago di Como. Per il commissario Stefania Valenti risulta strana la chiamata che la coinvolge nelle indagini perché per lei è un semplice incidente, ma presto dovrà ricredersi.
Dietro al presunto incidente di Irene Castelli c’è una storia che risale a molto tempo prima, quando erano ancora vivi i genitori, quando il nome dei Castelli era reso famoso dall’azienda di tessitura e quando ancora si credeva che la famiglia fosse unita. Ma l’apparenza inganna, soprattutto quando si insabbiano notizie per non infangare il buon nome e quando il potere dà alla testa al punto di allontanare una persona solo per mantenere una facciata di tutto rispetto. Rispetto che Marco Castelli, padre di Irene e di altri due figli, non ha avuto nei confronti della sua famiglia.
Per Stefania Valenti è una matassa decisamente aggrovigliata quella da sciogliere, e deve farlo mantenendo la calma tra le indagini e la vita quotidiana che le riserva alcuni alti e bassi.
Dietro questa parvenza che sembra dura da abbattere, il commissario Valenti scoprirà la tristezza che colpì le persone della famiglia Castelli e il raggiungimento della libertà tanto agognata.
I due autori sono bravi a condurre una lettura decisamente gradevole e trepidante contornata da un paesaggio che sembra magico. Mentre si va avanti con la lettura sembra di percorrere le strade che percorrono i personaggi durante le indagini e sembra quasi di sentire i profumi del bosco e l’aria di montagna, di osservare la tranquillità ma anche l’inquietudine che trasmette il lago. Sono decisamente bravi gli autori con la loro scrittura a condurre il lettore nei luoghi a loro familiari e a costruire negli stessi un’ambientazione che cattura


Cocco & Magella


Giovanni Cocco è nato a Como nel 1976. Amneris Magella è nata a Milano nel 1958, ed è medico legale. Della loro serie a quattro mani con protagonista il commissario Stefania Valenti, tradotta negli Stati Uniti e nei principali paesi europei, sono usciti Ombre sul lago (2013) e Omicidio alla stazione Centrale (2015).

A cura di Marianna Di Felice






Recensione scritta per www.thrillernord.it


giovedì 17 maggio 2018

Osservatore oscuro: recensione



Autore: Barbara Baraldi
Editore: Giunti
Pagine: 528
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2018





Sinossi:

Per Aurora Scalviati, giovane profiler della polizia di Sparvara, i colleghi Bruno Colasanti, Tom Carelli e Silvia Sassi sono diventati la famiglia che non ha mai avuto. Ma tutto è destinato a cambiare con il ritrovamento, alla Certosa di Bologna, del cadavere di un uomo senza nome né documenti di riconoscimento. Gli unici indizi sono la bocca cucita, il corpo martoriato da un'antica, feroce tortura e un tatuaggio sul petto con il nome di Aurora, eseguito postmortem. Sospettata di essere coinvolta nell'omicidio e interrogata senza sosta, Aurora deve scontrarsi non solo con la diffidenza dei superiori, ma anche con quella dei suoi più stretti collaboratori. Persino il suo rapporto con Bruno viene messo a dura prova. Il poliziotto, avvilito per le complicazioni del suo rapporto con Aurora, si è fatto coinvolgere, sotto falso nome, in un giro di corse clandestine in cui bazzicano neonazisti e membri della malavita organizzata. Tom e Silvia, invece, sono troppo impegnati con i loro nuovi incarichi, l'uno presso la polizia postale e l'altra con l'accorpamento dei forestali con i carabinieri. Ognuno di loro, però, non sa di essere diventato il bersaglio di un serial killer che ha intenzione di uccidere uno per uno le persone più vicine ad Aurora. La sua rete di morte, gravata di minacciose simbologie nordiche che affondano nei più sanguinosi riti vichinghi, si stringe fino a raggiungere il collo di Isaak Stoner, il maestro di Aurora, il suo padre spirituale. Valraven è il nome in codice dell'assassino, il corvo sovrannaturale che per le antiche popolazioni scandinave divorava i corpi dei morti sul campo di battaglia. Solo una ragazza ferita e sofferente come Aurora Scalviati può raccogliere questa sfida. Lei e i fantasmi che la scortano e che, ancora una volta, si dimostreranno terribilmente reali...




Recensione:


Aurora Scalviati, ispettore di polizia e profiler trasferita a Sparvara un piccolo comune nella Bassa, dove ha già avuto il suo bel da fare con un killer detto Lupo cattivo, è di nuovo in fermento all'inseguimento di un nuovo killer, questa volta ancora più spietato.
Il team vincente che aveva catturato il primo pazzo omicida si era sciolto e sembrava esser tornata la normalità, ma dopo quello che avevano passato e dopo l’adrenalina usata tra inseguimenti e ricerche non si poteva tornare alla tranquillità senza avere vicino i colleghi che aveva conosciuto. Bruno Colasanti era sempre nel suo stesso commissariato anche se manteneva le distanze dopo quello che era successo tra loro perché doveva mantenere un equilibrio con Elena la sua compagna per poi sfogarsi nelle Corse Fantasma; Silvia era nei Carabinieri ora che la Forestale era stata accorpata; Tom il mago del computer, era nella Polizia Postale; il vecchio commissario Piovani andava in pensione e stava arrivando il nuovo e Aurora si sentiva un pesce fuor d’acqua lontana dalle persone che aveva conosciuto e con le quali aveva stabilito un contatto nel caso del Lupo cattivo.
Ma due occhi la osservavano nell'ombra e presto avrebbe rimpianto la tranquillità!
Un nuovo seriale decisamente spietato aveva lasciato un cadavere in regalo per Aurora nel cimitero monumentale de La Certosa a Bologna con su scritto il suo nome.
I colleghi di Bologna decidono subito di convocare la Scalviati da loro per ascoltare cos’ha da dire e in un attimo Aurora si ritrova all'interno di un incubo molto più reale delle sue solite ossessioni.
Sarà una dura indagine per lei e metterà a rischio tutti i suoi cari, la sua famiglia, le persone con le quali ha legato dopo il trasferimento da Torino.
Le paure riemergeranno e la opprimeranno, il senso di colpa si farà sentire di nuovo a gran voce, riuscirà Aurora a tenerli fuori dalla mente e a liberarsene?
L’indagine scaverà nel passato, un passato doloroso che riguarda suo padre.
Valraven, il corvo dei morti, ripreso dalla mitologia norrena (scandinava) un killer spietato, senza remore e senza pace che come i corvi consumava il corpo dei morti dopo lo scontro.
Aurora vacillerà sotto i suoi atti malvagi, ma…
Non posso scrivere di più altrimenti rovino il bello della lettura.
La seconda fatica di Barbara Baraldi, Osservatore oscuro, non delude le aspettative dei lettori che aspettavano con pazienza l’uscita del libro, bramosi di leggere la seconda avventura dell’ispettore Aurora Scalviati!
Nonostante i tormenti che perseguitano Aurora e gli inghippi nelle indagini la lettura procede spedita grazie alla scrittura dell’autrice che è decisamente piacevole e priva di intoppi che potrebbero tediare il lettore. La Baraldi  mantiene viva la suspense che porta il lettore ad andare avanti nella lettura, viene ipnotizzato da quelle pagine e ad ogni fine capitolo vuole sapere come andrà a finire…è un circolo vizioso! Per la serie “ancora un’altra pagina e chiudo” e subito dopo “ok, l’ultimo capitolo e vado a dormire” e così si arriva alla fine (purtroppo) del libro!
Posso dire ancora complimenti all’autrice e non vedo l’ora di leggere il prossimo caso!
Suggerisco, infine, ai lettori di comprare “Aurora nel buio” perché nel secondo libro, “Osservatore oscuro”, ci sono dei riferimenti del primo che possono confondere il lettore se non hanno un quadro preciso della storia.

 







L’autrice:


Barbara Baraldi originaria della Bassa Emiliana, è autrice di thriller, romanzi per ragazzi e sceneggiature di fumetti, tra cui la serie «Dylan Dog». Il suo esordio nella letteratura poliziesca avviene sulle pagine de «Il Giallo Mondadori» con La bambola di cristallo. In contemporanea con l’uscita del romanzo in Inghilterra e negli Stati Uniti, viene scelta dalla BBC tra i protagonisti del documentario Italian noir sul giallo italiano.

mercoledì 16 maggio 2018

Giallo di mezzanotte: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it


Autore: Franco Matteucci

Editore: Newton Compton
Genere: Thriller
Pagine: 256
Anno di Pubblicazione: 2018


Sinossi: Diana Caselli, notissima star TV, conduttrice di un programma quotidiano sulla cucina, ha accettato di essere l’ospite d’onore della “Caccia al Daü”. È la rievocazione di un rito arcaico ed è la festa più importante dell’estate a Valdiluce: centinaia di persone si radunano infatti ogni anno nel bosco di abeti della Verginetta per catturare il leggendario animale, muniti di un sacco e di un campanaccio. Nell’oscurità della notte di luna nera, accresciuta dalle fitte fronde degli abeti, a mezzanotte in punto si riuniscono in realtà molte coppie in cerca di nuove fantasie, nascono nuovi amori e, dietro il pretesto di imprigionare un animale immaginario, fino al mattino si consumano piaceri sfrenati. Ma questa volta l’alba è tragica: la scomparsa di Diana Caselli e del maestro di sci Franz Suitter, noto latin lover, apre il sipario su un terribile mistero. L’ispettore Marzio Santoni detto Lupo Bianco, con il suo fedele assistente Kristal Beretta, dovrà indagare su due crimini orribili, commessi da uno spietato assassino. Sarà un’inchiesta complicata soprattutto perché costringerà Santoni, suo malgrado, a finire sotto la luce violenta dei riflettori. Per scoprire quanto c’è di torbido nel fantastico mondo della televisione…

Recensione:
Si sa che il mondo dello spettacolo non è proprio casto e che se si vuole la notorietà si deve scendere a patti con il diavolo che prende la forma di personaggi potenti. Non sempre è così, ma per la maggior parte delle volte purtroppo sì, ed è il caso di Diana Caselli, un personaggio della tv diventato famoso a forza di pressioni. Lei si riteneva libera come il vento, per questo litigava spesso con l’uomo con cui era impegnata, il quale non si fidava di lei.
Questi personaggi finirono a Valdiluce il piccolo paese montano dell’ispettore Santoni, detto Lupo Bianco, per inaugurare la caccia al Dau, animale fantastico del folklore e del quale, a quanto sembra, non si hanno prove reali. Durante la caccia chimerica la polizia doveva vegliare le migliaia di persone che si sarebbero riversate nei boschi per fornicare, più che per divertirsi allegramente. Ma l’ispettore Santoni e i suoi colleghi non potevano immaginare che la caccia all’animale fantastico si sarebbe trasformata in caccia all’uomo o alla donna.
La notte ancora non era passata e già l’erba dei boschi era stata macchiata di sangue sotto gli occhi degli animali del bosco, di un testimone e dell’assassino che agiva con freddezza.
Santoni e i suoi colleghi saranno in grado di dimenarsi tra il mistero delle morti e la mandria febbricitante di giornalisti interessata, come un vampiro al sangue, a scrivere un articolo sugli scandali di un noto personaggio della tv? E saranno in grado di ricollegare i fatti avendo pochi elementi annaspando tra le pressioni del capo della polizia?
L’ispettore Santoni è un personaggio che ti entra nel cuore anche perché sembra così raggiungibile per la sua umanità. Leggendo sembra di trovarselo davanti in carne e ossa. Anche la sua mestizia, a tratti, che si insinua nei suoi ricordi o negli eventi personali, lo avvicina e lo rende vero.
Seguire i suoi casi è sempre piacevole, ma questa amabilità è contornata da uno stato di tensione che è lo stesso provato da Santoni. Il lettore si immedesima nell’ispettore.
La dedica alla natura, quando Lupo Bianco cammina per i sentieri di montagna, è sempre gradevole e riporta uno stato di purezza dopo le crudeltà umane.


Franco Matteucci ( Scheda Autore)


Autore e regista televisivo, vive e lavora a Roma. Ha scritto i romanzi La neve rossa (premio Crotone opera prima), Il visionario (finalista al premio Strega, premio Cesare Pavese e premio Scanno), Festa al blu di Prussia (premio Procida Isola di Arturo – Elsa Morante), Il profumo della neve (finalista al premio Strega), Lo show della farfalla (finalista al Premio Viareggio – Rèpaci). È autore di una serie di gialli di grande successo che hanno per protagonista l’ispettore Marzio Santoni: Il suicidio perfettoLa mossa del cartomanteTre cadaveri sotto la neveLo strano caso dell’orso ucciso nel bosco, Delitto con inganno Giallo di mezzanotte. I suoi libri sono stati tradotti in diversi Paesi.
A cura di Marianna Di Felice





Recensione scritta per www.thrillernord.it

martedì 15 maggio 2018

Formule mortali: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/formule-mortali/


Autore: François Morlupi

Editore: Edizioni Croce
Pagine: 320
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2018


Sinossi: In una torrida estate romana un passante scopre il cadavere di un uomo atrocemente torturato e mutilato. Sul terreno insanguinato gli arti amputati disegnano una celebre formula fisica. È il primo di una serie di omicidi rituali che coinvolgono vittime senza alcun legame apparente. A tentare di risolvere il caso è chiamato il commissario Ansaldi, professionista integerrimo ma tormentato dall’ansia e dagli attacchi di panico. Ad accompagnarlo in questa avventura verso il male, il vice ispettore Loy, una ragazza con un forte disturbo antisociale di personalità, e altri tre membri del commissariato di Monteverde. Tenteranno insieme di venire a capo di quello che ormai i media hanno battezzato come “il caso delle formule mortali”, un’indagine dopo la quale nessuno dei protagonisti sarà più lo stesso.


Recensione:
E=mc2
a2+b2=c2
pxV=c
Tre formule, tre indizi, tre morti e tre metodi di tortura e di decesso differenti: impalamento, ruota, pulizia dell’anima.
Il commissario Ansaldi e la sua squadra del distretto di Monteverde indagano senza sosta. L’orrore che si presenta davanti ai loro occhi non è comune e loro non sono abituati a queste scene macabre. Sembra essere tornata l’Inquisizione, perché l’attacco è rivolto alla scienza, o meglio, a dei professori di materie scientifiche.
Due omicidi a Roma e uno in Corsica. Ansaldi e il vice ispettore Loy cercano di seguire una pista perché di tracce non ve n’è nemmeno una, gli assassini sono furbi, ma non tutti… Le morti non si fermano, anche perché alimentano dei malati che assistono alle stesse accedendo al deep web che contiene materiale occulto, non visibile a tutti, materiale decisamente negativo. Persone normali all’apparenza ma che dentro casa, nella loro stanza al sicuro da occhi indiscreti o mentre i loro figli sono sul divano, si eccitano con scene raccapriccianti facendo guadagnare migliaia di euro agli assassini. Ansaldi, Loy, Caldara, Di Chiara e Leoncini fiutano qualcosa dopo notti insonni e indagini senza riposo…
Ma lascio leggere a voi cosa succede!
Il thriller è degno di esser chiamato tale, la suspense tiene desto il lettore fin dalle prime pagine e grazie alla scrittura lineare non si incappa in spiacevoli intoppi che potrebbero distrarre o annoiare. I capitoli corti rendono agevole la lettura, in questo modo risulta anche facile ricordarsi i fatti.
Naturalmente non posso dire perché, per non rivelare troppe cose, ma la lettura è emozionante; sono descritti personaggi comuni con problemi quotidiani che potrebbe avere un individuo in carne e ossa, soprattutto individui che fanno lo stesso lavoro o lavori simili; inoltre la storia riesce anche a commuovere.
Posso solo complimentarmi con l’autore, che in mezzo a fatti macabri fa spuntare l’umanità che dà speranza e che non si dovrebbe mai perdere, ma che purtroppo non tutti hanno.

François Morlupi


François Morlupi (Roma, 1983), italo-francese, lavora in ambito informatico in una scuola francese di Roma. Grande appassionato di gialli in generale, e in particolare di quelli scandinavi, di storia contemporanea e di film coreani. Formule Mortali, il suo esordio letterario, è un noir ambientato nei luoghi e fra la gente della Roma che frequenta quotidianamente.

A cura di Marianna Di Felice





Recensione scritta per www.thrillernord.it


giovedì 10 maggio 2018

Dentro il bosco: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it


                                                           



                                                                http://thrillernord.it/dentro-il-bosco/


Autore: Lukas Erler

Traduzione: Daniela Palmerini
Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2018




Sinossi: Cornelius Teerjong è uno storico dell’arte, rimasto cieco a causa di una malattia ereditaria. Ha un carattere rigido e una certa tendenza al cinismo. Giunto a Kassel, in Germania, in occasione dell’evento culturale dOCUMENTA (13), viene informato del ritrovamento del cadavere del suo amico e collega Henk de Byl. Il delitto è reso ancora più macabro dai segni di tortura sul corpo della vittima: de Byl è stato pugnalato e gli sono state asportate le palpebre, come se l’assassino volesse lasciare un messaggio. Trentasei ore dopo, a Rotterdam, in Olanda, viene trovato il corpo di un uomo, Ruud van Bouveret, che presenta le stesse menomazioni del cadavere di de Byl. A distanza di anni Teerjong, insieme alla fidanzata, la giornalista Jenny Urban, decide di indagare sugli omicidi, per rintracciare un possibile legame tra le vittime. C’è un filo sottile, infatti, che sembra riportare al passato, a un crimine incomprensibile che aveva scosso il mondo diciassette anni prima. Passo dopo passo, Cornelius e Jenny si avvicinano sempre di più al killer… Ma più cose scoprono di lui, e meno sono sicuri di volerlo davvero incontrare.


Recensione:
Immaginate di diventare ciechi non all’improvviso, ma col tempo, e immaginate di sapere che prima o poi lo diverrete, perché è ciò che è successo a vostro padre o a vostro nonno. Dovete abituarvi agli altri sensi che vi faranno percepire odori dai quali potreste riconoscere persone o rumori, attraverso i quali riuscirete a capire dove vi trovate e cosa fa la gente intorno a voi; ma se qualcuno vi prende di mira perché siete l’amico della sua prima vittima e vuole, attraverso voi, arrivare alla sua terza vittima?
Come affrontate il problema se questo assassino rapisce la vostra donna?
Come fate a tornare alla normalità dovendo districarvi in una situazione non facile, da non vedenti, soprattutto se l’assassino vi ricatta.
Cornelius Teerjong è un professore universitario di arte da quando una malattia ereditaria lo ha reso cieco; prima, però, aiutava le autorità a ritrovare opere d’arte rubate. Ora ha Jenny Urban al suo fianco, una giornalista conosciuta quando era già divorziato; lei lo aiuta ed è deliziosa. Lui la adora. L’assassino ha uno scopo, perché non ha dimenticato…
Cornelius, dal canto suo, riesce a percepire ancora, dopo tanti anni, la forza che aveva quando si sentiva utile, con l’adrenalina a mille.
Ma a quale prezzo?
E voi, cosa avreste fatto al suo posto?
L’autore guida il lettore attraverso la storia, dipanandola in modo chiaro e deciso, aumentando a ogni capitolo la suspense che tiene alta l’attenzione di chi sta leggendo verso l’inatteso finale.
Per una storia non facile è banale un finale scontato visto l’amaro che rimane in bocca per il passato che non può essere cambiato. Sembra quasi possa esserci una fine della storia aperta, ma forse rimane aperta nella mente del lettore che può immaginare cosa succederà…


Lukas Erler


Lukas Erler è nato a Bielefeld, in Germania, nel 1953. Lavora come logopedista da più di vent’anni. I suoi romanzi sono stati selezionati per il Premio Friedrich Glauser e nel 2015 ha ricevuto la prestigiosa “Piuma di Segeberger” per il suo primo romanzo. Attualmente vive in Nordhessen con sua moglie.
A cura di Marianna Di Felice





Recensione scritta per www.thrillernord.it

mercoledì 9 maggio 2018

L'enigma della cattedrale sommersa: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/lenigma-della-cattedrale-sommersa/


Autore: Fabrizio Santi

Editore: Newton Compton
Serie: Giulio Salviati #3
Genere: Thriller
Pagine: 324
Anno di Pubblicazione: 2018


Roma. Palazzo Barberini. È notte quando il custode vede apparire sul suo monitor una figura vestita di nero e intenta a suonare un organo. Pochi giorni dopo, vicino all’organo di una chiesa a Piazza Navona viene ritrovato il corpo senza vita di una donna. Giulio Salviati, scrittore noto per le sue abilità d’investigatore, viene coinvolto nello strano caso dal direttore del museo Barberini. Seguendo alcuni indizi lasciati dalla figura vestita di nero, Salviati si introduce nei sotterranei del museo, scoprendo passaggi segreti che collegano l’antico palazzo a negozi e botteghe romane. Ma è studiando la storia dell’organo che Giulio verrà a conoscenza di un mistero legato a un musicista vissuto nel Settecento, a cui lo strumento apparteneva e intorno al quale molti hanno indagato: un conte che vive isolato vicino a Canossa, dedito a pratiche esoteriche, un famoso botanico, un esperto musicologo. Qual è il filo rosso che lega questi personaggi tanto diversi tra loro? Che cosa stavano cercando di così importante da giustificare la scia di morte a cui la capitale, incredula, assiste?

Recensione:
Un’ombra si aggira all’interno di un museo per suonare un organo… sembra uno scherzo, una bravata e invece nasconde un mistero legato alla ricerca dell’armonia perfetta del musicista Cominelli.
Il direttore del museo di Palazzo Barberini chiama il suo amico, Giulio Salviati, per aiutarlo a scoprire come sia entrata l’ombra e perché.
Ritornano le investigazioni di Salviati dopo Il settimo manoscritto e lo ritroviamo cambiato, da scrittore fallito che era, ora è uno scrittore thriller di successo.
Salviati ama investigare e non riesce a stare fuori da situazioni pericolose che portano alla soluzione di casi misteriosi.
In questo romanzo un’ombra enigmatica si infila in un museo per suonare una frase musicale imperiosa, sempre la stessa, che fa rabbrividire e che cattura l’attenzione; ma quest’ombra, a un certo punto, diventa pericolosa.
Molte vite sono intrecciate all’oscuro mistero.
Salviati continua a indagare con la sua bella Elena e si ritrova sempre un passo avanti alla Polizia, tanto da essere richiamato dal commissario, preoccupato per la loro incolumità e che mal sopporta le sue interferenze.
Il romanzo è un thriller con tinte magiche, date dalla musica che ha un potere ipnotico sulle menti degli umani, degli animali e delle piante, e tinte romantiche, date dal legame tra due ragazzi, così forte da superare dei confini invalicabili. Santi sa come far palpitare il cuore del lettore e sa stimolare la sua curiosità attraverso un gioco di suspense che comprende alti e bassi fino alla fine della storia.
Grazie alla scrittura scorrevole, la lettura è decisamente gradevole. Tra riti, musiche particolari e documenti antichi, il romanzo ha argomenti sostanziosi che non stancano il lettore, ma lo tengono sul filo del rasoio fino all’ultima pagina.


Fabrizio Santi


È nato e vive a Roma. È laureato in Lingue e letterature straniere e insegna inglese in un liceo scientifico romano. È diplomato in pianoforte al Conservatorio di Perugia. Il quadro maledetto, il suo primo romanzo, è stato per settimane in vetta alle classifiche. Le indagini di Giulio Salviati proseguono con Il settimo manoscritto e L’enigma della cattedrale sommersa.

A cura di Marianna Di Felice





Recensione scritta per www.thrillernord.it


Post in evidenza

Il profanatore di tesori perduti - Marcello Simoni

  https://gialloecucina.com/libri/il-profanatore-di-tesori-perduti/ Mentre leggevo il prologo quando ho incontrato la frase “due monti gemel...

Post più popolari