martedì 30 gennaio 2018

Review Party. Il monastero dei delitti: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/review-party-monastero-dei-delitti/



Autore: Claudio Aita

Editore: Newton Compton
Pagine: 352
Genere: Thriller storico
Anno di Pubblicazione: 2018


Sinossi:
Geremia Solaris è allo sbando: un tempo studioso e uomo brillante, dopo disillusioni e fallimenti, a cinquant’anni si ritrova senza soldi, ambizioni e interesse per il suo lavoro, e con una bottiglia di Chianti per amica. La sua vita, però, è destinata a cambiare radicalmente quando riceve un’inquietante e-mail da un suo ex professore. In allegato c’è un misterioso manoscritto, che l’anziano docente chiede a Geremia di decriptare. Geremia, riscosso dal torpore e vinto dalla curiosità, si mette all’opera, ritrovandosi invischiato in un meccanismo che non riesce a comprendere fino in fondo. E quando in un secondo, sibillino messaggio il professore gli chiede di vederlo, ha la drammatica conferma di essere entrato in un labirinto di pericoli da cui è difficile uscire: un filo sottile si dipana e ricollega la Firenze medioevale a quella dei nostri giorni, e le orribili morti di secoli or sono sembrano allinearsi ai delitti che hanno terrorizzato la città e le sue campagne negli anni Ottanta. Riuscirà Solaris, seguendo il rivolo di sangue che attraversa il tempo e la Storia, a sopravvivere al Male?

Recensione:
Uno studioso alla soglia dei cinquanta anni, afflitto dai troppi dolori che gli ha riservato la vita, cerca consolazione nell’alcol cadendo inevitabilmente in disgrazia. Ma un suo ex professore, nonché suo amico, cerca di rimanergli vicino e di stimolarlo ad uscire dal tunnel di disperazione dal quale non riesce ancora ad emergere dopo quattro anni.
Visto così sembrerebbe che lo studioso Geremia Solaris sia un uomo insignificante in una città, Firenze, che pare traballare sotto il peso della fama conquistata grazie al prestigio di tanti uomini, sebbene non tutti probi. E invece la storia è più complessa e diventa ancora più sbalorditiva quando Geremia scopre che discende da un’antica progenie.
Tutto inizia da un manoscritto che il suo amico, il professor Luciano, gli invia tramite mail. Da lì una serie di eventi trascinano Geremia in una storia torbida, una carambola oscura che si palesa in fatti di sangue antichi e moderni, in recenti morti inspiegabili e in una Congregazione misteriosa con adepti che tentano di spiegare e fargli capire cosa succede all’ombra dei riflettori in una città fulcro del maligno.
In passato molti erano morti per mano di persone che dovevano far tacere chi conosceva e contrastava attività criminali, accusandoli di eresia o in seguito a confessioni sotto tortura.
Nemmeno preti e monache erano riusciti a scampare alla sete di sangue di inquisitori corrotti.
Del resto, molte persone, attratte da potere e denaro, sono pronte a tutto per averli. Anche a compiere riti oscuri. E questa non è solo finzione, ma verità.
Ma per uno scettico come Geremia è difficile da mandare giù la storia del bene e del male che si sfidano.
La narrazione è affrontata con destrezza dall’autore che descrive in maniera chiara e per nulla gravosa per il lettore fatti storici e di cronaca nera, spaziando dall’antico al moderno e riprendendo il difficile e buio periodo del Mostro di Firenze.
A tratti può dar un lieve fastidio lo scetticismo del protagonista, Geremia Solaris, anche davanti all’evidenza; ma mettendosi nei suoi panni, chi non sarebbe dubbioso davanti a informazioni che sembrano avere dell’incredibile?


Claudio Aita


Figlio di emigranti, ha vissuto tra il Friuli e la Toscana, dove attualmente risiede. È un esperto di Storia della Chiesa e Storia medievale, oltre che musicista, scrittore e editore nel settore dei beni culturali. Ha collaborato come pubblicista con riviste di viaggio, cultura e storia locale. È autore di due testi di successo sui rapporti fra religione e cultura alimentare. Negli ultimi anni si è proposto come autore di thriller di ambientazione storica e contemporanea. Il monastero dei delitti è il suo primo libro pubblicato con la Newton Compton. Per saperne di più: www.claudioaita.it

A cura di Marianna Di Felice




Recensione scritta per www.thrillernord.it



sabato 27 gennaio 2018

Blood Session per Pietro Jackson: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/blood-session/#.WmnCQFJjYzQ.facebook



Autore: Tosca Brizio

Editore: Golem Edizioni
Pagine: 32
Genere: Giallo
Anno di Pubblicazione: 2017
 
 
Sinossi:
Pietro Jackson non è né un profeta, né un veggente, è un artista, è un pittore. Quando si trova suo malgrado nel mezzo di vicende tragiche ha delle premonizioni e sta male. In questo breve racconto, mentre si reca a Parigi, ha una di queste premonizioni. Tra una visita a un museo e una Jam Session, Pietro “sentirà” un efferato assassino.
Recensione:
È difficile recensire un libro che per la sua tipologia letteraria di racconto è breve. Non si fa in tempo ad entrare nell’atmosfera parigina d’altri tempi, che purtroppo si deve andar via.
Ad accompagnare il lettore a Parigi sono Pietro Jackson, un musicista e pittore, e Matteo Turrito, un suo amico fin dai tempi della scuola. Il primo approfitta per fare una riunione tra musicisti esibendosi in una performance musicale che da un po’ doveva fare e l’altro va a Parigi per lavoro, è un giornalista. Nel frattempo nella Ville Lumiere è stato ucciso un artista.
I due amici sono ancora sul treno che deve arrivare a Parigi e dopo un incontro, Pietro si sente male. Lui avverte quando le persone sono collegate ad un delitto. Pietro ha qualcosa di speciale che lo rende sensibile ai fatti violenti quando viene a contatto con persone che ne sono coinvolti!
All’interno, nel cabaret dove doveva esibirsi Pietro e dove si esibiva la vittima, si respira l’aria degli artisti, un po’ strani, anticonformisti, poveri e con una vita disordinata che nella maggior parte dei casi attira comportamenti dissoluti.
Uno stile di vita bohémien tipico degli artisti francesi!
Se però si conduce questo stile di vita si deve sempre stare attenti a chi si incontra perché non sempre si può riuscire a venirne fuori incolumi!
Il racconto è scorrevole e gradevole e introduce al pubblico la figura particolare di Pietro Jackson che si ritroverà nel racconto noir Chiaroscuro.




Tosca Brizio


É un nom de plume che riunisce due autori.
Patrizia Valpiani, nata a Pietrasanta in Versilia.Vive a Torino dove esercita la professione di medico chirurgo ortodontista, dopo essere stata medico di famiglia. È saggista, poetessa, narratrice. Risalgono al 1994 i suoi primi riconoscimenti, è vincitrice con una poesia del premio Cesare Pavese e con un racconto del premio Bergamo. Ha pubblicato tre raccolte di racconti, cinque di poesia, un romanzo e una guida poetica di Torino. Attualmente è Presidente della Associazione Medici Scrittori Italiani.
Gianfranco Brini, bergamasco di nascita, vive in provincia di Lecco. Medico di famiglia per trent’anni e medico legale, è saggista, narratore, iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Con il romanzo Saluti e baci da Santo Domingo ha vinto il premio Cesare Pavese nel 2013. Autore di tre romanzi e tre raccolte di racconti, è stato Presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo. Ha conseguito la laurea in lettere nel 2015 presso l’Università di Bergamo. Attualmente rappresenta l’Italia nella Unione Mondiale dei Medici Scrittori. Una coppia nella vita che diventa coppia anche nella scrittura.

A cura di Marianna Di Felice




Recensione scritta per www.thrillernord.it


mercoledì 24 gennaio 2018

Il caso Demichellis: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/il-caso-demichellis/


Autore: Francisco Marìn
Traduttore: Alessio Vacca
Venduto da: Amazon Media
Pagine: 290
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017


Sinossi:
Un coinvolgente thriller ambientato tra le strade e i tribunali di Ibiza e che cattura il lettore già dalle prime pagine.
Eduardo Ribas viene processato e condannato per l’omicidio di un’infermiera (Ana López Demichellis). Né Raúl Ballesteros, un prestigioso avvocato politicamente scorretto, né la sorella della vittima, Raquel, una giovane ragazza bella e sensuale, sono pienamente convinti della colpevolezza dell’uomo appena condannato. Di comune accordo, per cercare di far maggior chiarezza sulla questione, i due decidono di assumere un detective un po’ stravagante ma dotato di grosse abilità intuitive.
Una volta avviate le indagini, la prima circostanza che richiama l’attenzione del detective (Álex Zarco) è il fatto che l’ultimo paziente di Ana, infermiera dell’unità di terapia intensiva, sia stato un uomo vittima di una sparatoria.
Due crimini violenti su un’isola tranquilla come Ibiza durante la stagione invernale sembrano essere più di un semplice caso. Saranno collegati o si tratterà solo di pura coincidenza?

Recensione:
La tranquilla vita invernale di Ibiza viene sconvolta dalla morte di un’infermiera, attribuita ad un topo di appartamenti che aveva svaligiato anche casa della defunta.
Ballesteros, un bravo avvocato al quale tocca difendere anche persone che si sono macchiate di un crimine, visto che la difesa non si nega a nessuno, capisce che qualcosa non va quando il suo cliente, che è un ladro, ritratta la versione della confessione. La già sconvolta vita dell’isola viene scombussolata ancora di più dalla morte di un uomo ucciso da tre colpi di pistola!
Raquel, la sorella di Ana, l’infermiera morta, vuole vederci chiaro e contatta l’avvocato Ballesteros perché come lui non crede che il ladro sia il vero assassino. Ad aiutare i due nello scoprire la verità, interverrà anche Zarco, un investigatore privato amico di Raquel dall’epoca della scuola, che inizia a fiutare delle piste che porteranno i tre a capire chi c’è dietro i depistaggi e le morti!
Tra assassinii e indagini emerge il racconto delle vite dei personaggi in modo lineare ed interessante. Il caso Demichellis è un libro che offre molto di più di quello che si può dire senza anticipare la storia.
Un giallo per l’impostazione della narrazione, un poliziesco per le indagini che compiono i personaggi e che son descritte accuratamente (leggendo certe pagine si può immaginare nitidamente la lavagna con sù annotati gli eventi da collegare) e un thriller perché racchiude la giusta tensione che accompagna le mosse dell’assassino e dell’investigatore. Una storia che comprende un misto di generi e che non tedia il lettore, ma lo guida nello svolgimento dei fatti senza distrazioni e aumentando, mano a mano che si arriva verso la fine, la curiosità di sapere come andrà a finire.
Complimenti all’autore che minimizza il grado di drammaticità della storia che per questo risulta decisamente scorrevole!



Francisco Marín


È un medico di base, autore di diversi blog sulla salute. Ha una laurea in giornalismo presso l’UAB. Editore e sceneggiatore per radio e televisione. Collabora regolarmente con la rivista Sabre Vivir.





                                     Recensione scritta per www.thrillernord.it

domenica 21 gennaio 2018

Intervista ad Ann Cleeves - Interview with Ann Cleeves


Intervista fatta per www.thrillernord.it
Interview made for www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/intervista-a-ann-cleves/


A tu per tu con l’autore



A tu per tu con Ann Cleeves, autrice di moltissimi thriller e del ciclo di romanzi incentrati sulle indagini dell’ispettore Perez,  a cui è ispirata la serie TV Shetland.
1) Ho notato, leggendo dei pareri qua e là, che l’ispettore Perez viene accusato di indolenza nei suoi romanzi. Secondo me non hanno ben presente lo stile inglese sia degli ispettori che degli scrittori. Una certa precisione nelle indagini è la caratteristica che distingue gli ispettori inglesi da altri detective troppo frettolosi. Lei che ne pensa?
Non credo che Jimmy Perez sia indolente o pigro, ma è un uomo gentile e compassionevole che a volte si lascia coinvolgere troppo dai suoi casi. Chiaramente non è un “Macho”, come i detective di alcuni thriller americani. E’ un tipo che rispetta le regole e non sono sicura che questo sia un tratto caratteristico degli inglesi.
By reading some opinions here and there, I noted Inspector Perez is a character sometimes accused of indolence. I think that maybe british mood of Inspector and writers is not so clear. To be strictly precise in investigation is typical of british Inspector and distinguishes them from others too slooppy detectives. What is your opinion about it?
I don’t think Jimmy Perez is indolent or lazy, but he is a kind and compassionate man who sometimes becomes too involved with his cases. Clearly he’s not a macho man, like the detectives in some US thrillers. He works by the rules. I’m not sure if that’s a particularly British trait.



2) Credo che le isole Shetland e la Scozia in generale abbiano un che di gotico cioè di ambienti tenebrosi e bui, e non solo per il clima, che si adattano ai suoi romanzi. Il luogo per le sue storie l’ha pensato subito o ha fatto uno studio prima di sceglierlo?
Ho scelto le  Shetland e Northumberland per le ambientazioni perché sono luoghi che conosco bene. Sono entrambi dei paesaggi desolati e bellissimi. Amo il contrasto tra gli spazi vuoti e i bassi orizzonti e i segreti che la superficie nasconde.
Shetland Island and Scotland in general, remind me  (not only because of climate) of dark gothic setti gas, that fit very well to your novels. How did you  choose the location to set your stories?
I chose Shetland and Northumberland as settings because those are places that I know well. Both are bleak and beautiful landscapes. I love the contrast between the empty spaces and low horizons and the secrets hidden beneath the surface.

3) Ne L’isola dei cadaveri la sua scrittura porta il lettore a ritrovarsi nell’ambiente descritto e a vivere quell’inquietudine che permea i personaggi. È una caratteristica autoctona o ha voluto accentuare il senso di trepidazione che il lettore sente?
Mi piace scrivere prendendo in considerazione diversi punti di vista, così da permettere al lettore di guardare il mondo attraverso gli occhi dei vari personaggi e condividere le loro emozioni. Sicuramente la tensione cresce quando questi sono in pericolo, e trovandoci nella testa del personaggio, è una sensazione che avvertiamo anche noi stessi.
In Red Bones reader is guided in the described setting by your writing and feel the same anxiety of the characters in the book. Is it “simply” your writing style or in this novel you wanted to increase the fear felt by reader?
I like writing from different points of view so the reader sees the world through different characters’ eyes and shares their emotions. Of course it heightens tension when the person is in danger. Because we’re inside the character’s head we feel that danger too.


4) Lei collabora con altri scrittori per promuovere la crime fiction. Secondo lei non è valorizzata abbastanza? Oppure viene svalutata da personaggi che pensano solo alla mercificazione del prodotto?
Alcuni snobbano i romanzi gialli, ma all’interno del genere c’è una grande varietà di tipi di scrittura, e conosco alcuni giovani scrittori che hanno scritto dei libri molto validi recentemente. La cosa più importante per me, è scrivere i miei libri al meglio. Io voglio intrattenere i miei lettori, e spero di riuscire anche a farli riflettere. Gli scrittori di gialli sono generalmente persone molto solidali ed amichevoli, forse proprio perché siamo i primi a non prenderci troppo sul serio.
You cooperate with other writers so to promote crime fiction.  Do you think crime fiction an understimated literary genre? Or is it devalued by the acting of people whose only aim is marketing?
Some people dismiss crime novels, but there’s a huge variety of writing within the genre now and some fine young writers have written very good books recently. The most important thing to me is to write the best book that I can. I want to entertain my readers, but I hope to make them think too. Crime writers are generally supportive and friendly people, perhaps because we don’t take ourselves too seriously.


5) I suoi libri sono partoriti dalla sua fantasia, sempre seguendo le regole del thriller, oppure prendono spunto da fatti realmente accaduti? Perché il thriller alla fine è come se fosse uno specchio della cronaca nera.
Non costruisco le mie storie su fatti o crimini reali, ma le idee possono arrivare da frammenti di conversazioni ascoltati per caso o da persone che incontro. Un thriller non rispecchierà mai una vera indagine di polizia – nella vita reale il lavoro investigativo è molto più dettagliato e noioso e le cose accadono molto piu lentamente. Tuttavia, forse possiamo aiutare i lettori a scoprire alcuni dettagli che si nascondono dietro ai crimini.
Always basing on thriller rules, are your books totally creations of your immagination or are inspired by true events?  By the way thriller is a kind a mirror of crime beat…
I don’t base my books on real crime, but they might be triggered by overheard snatches of conversation or people I meet. A thriller will never be a mirror to a real police investigation – in real life there’s more detailed and boring work and usually things happen more slowly. However, we might help the reader to understand some of the circumstances that lie behind the crime.


6) Com’è nata in lei la passione per la scrittura e più precisamente per il thriller? È stata ispirata da qualche autore?
Sono stata sempre una lettrice appassionata e da bambina le mie letture preferite erano le classiche storie di detective. Mi sembrava coerente scrivere proprio il tipo di libro che mi sarebbe piaciuto leggere.
How did you find out your passion for writing, particolarly for writing thrillers? Have you been inspired by some author?
I’ve always been a passionate reader and traditional detective stories were my comfort reading as a child. It makes sense to write the sort of book I would enjoy reading myself.


7) Domanda di rito per Thrillernord, conosce il thriller nordico?
Leggo molti thriller nordici. Ho iniziato con Hanning Mankell, ne conosco altri, ma sono particolarmemte affascinata dagli scrittori islandesi contemporanei.
Usual Thrillernord’s question: do you know nordic thriller?
I read a lot of Nordic crime. I started with Henning Mankell like many other readers, but I’m particularly fascinated by contemporary Icelandic writers.


A cura di Marianna Di Felice

(Traduzione a cura di Sabrina De Bastiani e Manuela Fontenova)

Intervista fatta per www.thrillernord.it
Interview made for www.thrillernord.it

venerdì 19 gennaio 2018

Intervista a Christian Carayon - Interview avec Christian Carayon


                                               Intervista scritta per www.thrillernord.it
                               Interview avec Christian Carayon pour www.thrillernord.it







                                         http://thrillernord.it/intervista-a-christian-carayon/




A tu per tu con l’autore



1) Dans ce roman thriller, le suspense est un élément très bien placé. Au cours de l’écriture, avez-vous éprouvé les mêmes sensations que le lecteur éprouve au fur et à mesure qu’il avance dans  l’intrigue?
Tout en sachant où je voulais aller, je me suis laissé surprendre en me mettant dans le peau de mon narrateur. Certains pans de l’histoire n’étaient pas prévus. Ils se sont dessinés d’eux-mêmes. Donc, oui, j’ai découvert l’intrigue au fur et à mesure de son avancée.
La suspense è un ingrediente messo nei punti giusti in questo thriller, ha provato, mentre scriveva il suo libro, gli stessi brividi che il lettore prova mentre si addentra nella lettura di  
Un respiro nell’ombra?
Pur sapendo dove ero diretto, mi sono fatto sorprendere dal mio narratore. Alcuni percorsi della storia non erano previsti. Si sono delineati da soli. E quindi, si. Ho scoperto la storia man man che procedeva.


2) De quel événement vous vous êtes inspiré pour le roman? D’un fait divers? Puisqu’on pourrait bien affirmer que beaucoup de situations racontées dans les romans thriller rassemblent souvent à la vie réelle.
Je ne me suis pas inspiré de faits réels pour écrire ce roman. Ce sont les lieux, qui existent vraiment, qui m’ont inspiré l’histoire.
Cosa ha ispirato il suo romanzo? Un fatto di cronaca simile? Perché molti thriller si possono poi ritrovare nella vita di tutti i giorni con casi che avvengono in ogni parte del mondo.
Non ho preso ispirazione dalla cronaca. Sono i luoghi reali che hanno ispirato la storia.


3) Marc Edouard Peiresoles est professeur au département d’Histoire à l’Université de Toulouse et il devient un personnage intéressant quand, tel qu’un investigateur, il commence à mener son enquête sur la tragédie de Basse-Misère. Pourquoi est-ce qu’il fait cela? Est-il à la  recherche d’une réhabilitation personnelle? Ou bien, il cherche à vaincre la peur liée à cette époque-là; une peur que les gens encore respirent à Basse-Misère?
Marc-Edouard est un homme qui est dangereusement poussé vers l’abyme. Avant sa chute, il décide de se retourner pour regarder en fac ce qui le pousse. Il y affronte donc ses peurs d’enfant mais aussi ses renoncements. Au fur et à mesure, il cherche le moment où il a pris le mauvais chemin, afin d’avoir une chance d’emprunter une autre direction.
Marc Edouard Peiresoles è un professore del dipartimento di storia dell’Università di Tolosa ed è un personaggio interessante visto che si mette nei panni di un detective nel ripercorrere le indagini della tragedia della Basse- Misère. Lo fa per riscattarsi dalla sua vita che si è eclissata o per vincere la paura che si respirava a quei tempi ed ancora si respira vicino a Basse-Misère? 

Marc Edouard  è un uomo spinto pericolosamente verso l’abisso. Prima della caduta, decide di riotrinare per guardare in faccia cosa lo spinge. E lì affronta le sue paure d’infanzia ma anche le sue rinunce. Mano a mano, va alla ricerca del momento in cui ha preso la strada sbagliata, per poter avere la possibilità di prendere un’altra direzione.


4) Dans le roman, le lecteur pourrait avoir de l’affection pour deux personnages qui sont aux antipodes. D’un côté le bon, de l’autre le justicier. Et vous, est-ce qu’il y a un personnage que vous aimez davantage? Lequel et pourquoi?     
Justine est mon personnage préféré. C’est autour d’elle que s’articule toute l’histoire et c’est par rapport à elle que les autres se situent, y compris ceux qui ne l’ont pas connue. Alors qu’elle a disparu, c’est le personnage le plus réel, celui qui est le plus ancré dans la réalité, y comrpis avec sa face cachée
In questo romanzo ci si potrebbe affezionare a due personaggi antagonisti tra di loro. Il buono o il regolatore di conti! Lei si è affezionato ad un personaggio? Quale e perché?
Justine è il mio personaggio preferito. E’ intorno a lei che si costruisce la storia ed è in rapporto a lei che gli altri si posizionano, compresi quelli che non l’hanno conosciuta. Una volta scomparsa, è il personaggio più reale, quello più radicato nella realtà, nonostante il suo volto nascosto.
5. La vengeance tombe froide, cruelle et obscure comme la folie l’avait été à cette époque-là. Quelles sont les sensations de l’auteur lorsqu’il décrit une justice que son personnage pense être proportionnée au massacre commis il y a longtemps? Est-ce qu’il (l’auteur) éprouve de la colère ou de la joie?
Le massacre est révoltant, injuste, insoutenable. Le décrire a été une épreuve. Le punir ne m’a procuré aucune satisfaction. La vengeance est vaine. Y compris lorsqu’on l’invente.
La vendetta arriva fredda, spietata, macabra come lo era stata a suo tempo la pazzia. Come si sente l’autore mentre descrive  una giustizia che il personaggio ritiene degna per quel massacro compiuto anni addietro? Prova un senso di rabbia o pace?
Il massacro è riprovevole, ingiusto, insostenibile. Descriverlo è stata una prova. Punirlo non mi ha dato nessuna soddisfazione. La vendetta è inutile. Anche quando la si inventa.


6) Entre le roman thriller, le noir ou le gothique, est-ce que vous avez un genre préféré ou bien vous choisissez un type de roman où l’intrigue est un mélange de différents genres bien distribués entre eux? Et le thriller nordique?
J’aime bien mêler les genres. Les personnages et les lieux, très liés les uns aux autres, imposent le ton, la couleur du récit et les directions qu’il prend. Je ne me fixe pas de cadre précis.
Quant au thriller nordique, je le connais trop mal pour avoir une opinion.
Tra il thriller, il noir o il gotico ha un genere preferito oppure sceglie un romanzo dove la trama risulta un misto di generi proporzionati tra di essi?
Mi piace molto mescolare i generi. I personaggi e i luoghi, strettamente legati gli uni agli altri, impongono il tono, il colore del racconto e le direzioni da prendere. Non mi attengo ad una cornice precisa. Per quanto riguarda il thriller nordico , non lo conosco abbastanza per dare un’opinione.
Christian Carayon
A cura di Marianna Di Felice
(Traduzione di Clementina Di Branco)




       Intervista scritta per www.thrillernord.it
    Interview avec Christian Carayon pour www.thrillernord.it



mercoledì 17 gennaio 2018

La mappa da Vinci: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/la-mappa-da-vinci/


Autore: Vittoria Haziel

Editore: Newton Compton
Pagine: 345
Genere: Giallo storico
Anno di Pubblicazione: 2017


Sinossi:
Dalla basilica del Corpus Domini di Milano è stato rubato un quadro. Si tratta di un’opera di Davide Vicin, che reinterpreta Il cenacolo di Leonardo da Vinci. Insieme al dipinto è sparito anche il suo autore, un artista da sempre affascinato dall’enigma della Sacra Sindone. All’indagine ufficiale del commissario Coppola si affianca quella di due amici, Liza, studiosa di Leonardo, e Ivan, esperto di esoterismo. In una ricerca che sembra quasi una caccia al tesoro, Liza e Ivan s’imbattono in personaggi strani e inquietanti, una suora, autrice di una riproduzione della Sindone, un cardinale dalla condotta tutt’altro che ortodossa, e dovranno confrontarsi con complicati misteri, enigmi e simboli da interpretare. Ogni indizio sembra condurre inesorabilmente a Leonardo. Uomini di Chiesa e squadre di polizia, realizzatori di documentari e satanisti: tutti coinvolti in una corsa per la decifrazione dei messaggi lasciati sul telo di Torino dal più grande genio di tutti i tempi…

Recensione:
Un pittore, Davide Vicin, con una predilezione per il grande Leonardo da Vinci con il quale condivideva una storia familiare pressoché simile e al quale era vicino per i suoi studi riguardo le opere del maestro e i suoi misteri, trova la soluzione ad un segreto che riguarda la Sindone e che in molti vogliono tenere nascosto.
A Vicin non rimane che scappare e sparire lasciando degli enigmi da risolvere come indizi per essere ritrovato da persone degne, sulle quali può contare e che possono scoprire il segreto per il quale si viene perseguitati da alte figure ecclesiastiche che operano con l’appoggio di figure istituzionali, sia nei piani alti che nei piani bassi!
Liza e Ivan, due cari amici di Davide, vogliono ritrovarlo e aiutarlo, ma per farlo devono decifrare le frasi in codice che l’amico invia loro.
Ad essi si aggiunge un commissario di Polizia, Coppola, che ha visto spegnersi il suo sogno di giustizia, nel quale credeva, a causa di loschi personaggi che ambivano al potere più che all’onestà.
Nel raccontare uno dei tanti misteri legati alla figura di Leonardo, che nello specifico fa riferimento alla Sindone, l’autrice rivede tra le pagine del libro, la ricerca fatta per il suo saggio La passione secondo Leonardo” dove palesa attraverso prove e indizi che la Sindone di Torino è una riproduzione del da Vinci.
Un giallo storico che indaga nel mondo di Leonardo attraverso un’avventura di fantasia. Ma si sa che alla base di leggende vi sono storie tramandate e in molti casi celate agli occhi e alle orecchie di molti perché potrebbero far decadere il potere sacrale e il prestigio di cui alcune personalità godono da secoli.
La storia raccontata in “La mappa da Vinci” riesce ad accendere la curiosità nei lettori che ripercorrono le vie oscure e sempre attuali di fatti passati.
L’autrice attraverso frasi enigmatiche ispirate a rompicapi leonardeschi conduce il lettore nelle intricate vie spirituali tra arte e storia, sacro e profano e tra tenebre e luce.



Vittoria Haziel


Giornalista, scrittrice, regista, si è laureata in Giurisprudenza all’università La Sapienza di Roma. Per anni ha firmato articoli e rubriche su numerose testate cartacee e online, fra cui «Vanity Fair» e corriere.it. Ha pubblicato La passione secondo Leonardo, Ritorno alla luce, Il paradiso nelle nostre mani, E dio negò la donna, Il signore della luce e La confessione di Leonardo. Con il romanzo L’amante segreta di Leonardo ha esordito nella narrativa.
A cura di Marianna Di Felice



Recensione scritta per www.thrillernord.it

venerdì 12 gennaio 2018

Il silenzio dell'altopiano: recensione





Autore: Steinar Bragi
Traduttore: S. Cosimini
Editore: Marsilio
Pagine: 288
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017




Sinossi:
Una natura che dà le vertigini, gente e luoghi che appaiono per poi scomparire, sassi, acqua, poche piante, muschi, licheni, uccelli e insetti, niente di complesso. La sola cosa complessa in quel deserto era il contenuto delle loro menti.
A bordo di una jeep carica di alcol e provviste, due coppie di Reykjavík si sono lasciate alle spalle la città con le sue tensioni per avventurarsi nel silenzio delle lande desertiche dell’entroterra islandese. Lontani da tutto, dispersi tra distese di pietre battute dal vento e circondati dall’inospitale paesaggio vulcanico, i quattro amici perdono l’orientamento e, dentro una nebbia densa e scura, finiscono per schiantarsi contro una grande casa che, dal nulla, si materializza all’improvviso davanti a loro. I due vecchi abitanti li accolgono per la notte, ma lì fuori si percepisce la presenza quasi fisica di una minaccia. Sono solo le volpi artiche o è qualcosa di più inquietante? E il pericolo è solo all’esterno o anche tra le mura di quell’apparente rifugio, nelle pieghe di un’amicizia che nasconde tensioni irrisolte? Col passare delle ore, l’altopiano si fa cassa di risonanza di ogni loro pensiero, mentre la natura con cui desideravano riconciliarsi all’inizio del viaggio perde rapidamente qualsiasi seduzione e romanticismo, rivelandosi ostile e violenta, uno spazio selvaggio e crudele dove le regole della civiltà non hanno più alcun valore. Avvolti da una foschia che cancella i confini fra terra e cielo, i quattro finiscono in una sorta di limbo fra la vita e la morte, incapaci di contrastare il pericolo che si fa sempre più palpabile intorno a loro spingendoli a tornare continuamente a quella casa misteriosa con i suoi bizzarri inquilini.




Recensione:
Un incidente che apre un mondo parallelo dove i quattro amici vivono una terrificante avventura, mentre nel mondo presente sono vittime di un impatto contro una roccia. I quattro amici avevano già dei problemi irrisolti tra loro e tra essi e il proprio io, drammi nascosti nel profondo che non volevano far riemergere per non riportare a galla dolori da rivivere. Questa avventura li riporta in superficie con una spinta che squarcia il silenzio fino ad ora espresso! L’altopiano e la durezza del suo paesaggio si presta perfettamente a far rinascere le ossessioni addormentate. Ossessioni che si intrecciano con leggende nordiche L’Islanda affascina molte persone per la sua purezza ma il nulla che la circonda e che fa da padrone 
per vaste distese fa rimbombare tra i ghiacci il silenzio che penetra nella persona e gli fa ascoltare l’eco della solitudine nel quale rimbalzano i problemi che si trascina e che cercano una via di uscita. La casa dove i personaggi tornano ripetutamente e dalla quale non riescono a rimanere distanti per troppo tempo è come se fosse il centro di una maledizione che si collega a macabri misfatti frutto di leggende, il tutto miscelato con il centro dei problemi che ogni personaggio ha e cerca di risolvere senza venirne a capo perché c’è un blocco che li fa ripartire da capo e non fa sbrogliare la matassa che li ha ridotti a portarsi dietro dei traumi irrisolti che compromettono la loro vita rovinata dall’uso di alcol, droghe o comportamenti socialmente chiusi o deplorevoli come sfogo del male che sentono e non tirano fuori. Si viene sopraffatti dall’angoscia dei personaggi. Il lettore crede di seguire un’avventura horror mischiata all’inquietudine tipica del thriller e del noir per poi rivelare una fine diciamo diversa che lo sorprende lasciandogli dei dubbi nella mente. Ma il thriller psicologico e nordico è questo e la sua particolarità dipende dai posti dal quale proviene! E non dimentichiamo che l’autore è un filosofo che forse vuole riportare il valore assoluto della vita in rapporto a altri valori mentali o fisici che migliorano o peggiorano la vita stessa. Forse attraverso un viaggio filosofico che è la realtà vuole sottolineare come i valori che sono le nostre azioni vanno a modificare l’esistenza nel peggio o nel meglio. Si deve anche comprendere che l’Islanda è stata teatro di una crisi economica che ha mandato in frantumi le vite di molte persone che già devono sottostare ad una natura a tratti desolante. In una versione cinematografica, la storia potrebbe comprendere le pause e lo stile di Twin Peaks il ritorno!




L’autore:
Steinar Bragi (Reykjavík 1975), letterato e filosofo, è uno scrittore islandese, autore di romanzi e raccolte di poesie, per i quali è stato candidato anche al Nordic Council Literature Prize. Si è affermato nel panorama internazionale con Il silenzio dell’altopiano, in corso di traduzione in diciotto paesi, in cui attraverso la lente del genere rilegge le contraddizioni della grave crisi economica che ha colpito l’Islanda negli ultimi anni. 

lunedì 8 gennaio 2018

I sotterranei di Notre-Dame: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it





http://thrillernord.it/i-sotterranei-di-notre-dame/


Autore: Barbara Frale
Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Genere: Thriller storico
Anno di Pubblicazione: 2018



Sinossi:
PARIGI, 1301. Perché il re di Francia e i suoi uomini più fidati si aggirano furtivi nei sotterranei di Notre-Dame? Che cosa stanno disperatamente cercando? Filippo il Bello è disposto a tutto pur di scongiurare un evento fatale per il suo regno e la sua discendenza. Anche a mobilitare i migliori consiglieri perché raggiungano Roma: proprio in Vaticano, sotto la protezione del papa, si nasconde il celebre Arnaldo da Villanova, noto come il Catalano, geniale e discusso medico di Bonifacio VIII,
un tempo al servizio di Filippo il Bello, poi accusato di praticare la magia. Ora il re lo rivuole presso di sé. Per quale motivo? Il pontefice nutre dei sospetti su quella richiesta e teme che Filippo il Bello stia orchestrando un complotto contro la Santa Sede. Per questo affida il compito di indagare al nipote, Crescenzio Caetani, giovane studente in Medicina, e a Dante Alighieri, delegato
della Repubblica di Firenze. Addentrandosi nei meandri della Biblioteca Apostolica, sfogliando inestimabili trattati medici del mondo antico, i due tenteranno di scoprire cos’è che tormenta il monarca più potente della cristianità. Un segreto che il Catalano, custode della tradizione magica dell’Oriente, pare conoscere, ma che non sembra disposto a rivelare…

Recensione:
Il re di Francia Filippo IV, detto il Bello, è preoccupato da un terribile segreto che potrebbe destabilizzare i precari assetti politici ed economici del regno. Nemici affamati di potere sono pronti a prendere il posto del re legittimo e il rapporto già instabile tra lo Stato Pontificio e il Regno di Francia diventa sempre più critico.
In questo thriller storico la figura di Filippo IV è descritta in modo perfetto e sembra quasi di osservarlo mentre si leggono le sue reazioni, i suoi pensieri. Tutti i personaggi hanno dei ruoli importanti e si muovono senza confusione mentre la storia si evolve.
Si comprende lo scontro con il famoso Papa Bonifacio VIII che a causa della sua cupidigia e a quella smisurata della sua famiglia, i Caetani, credeva di poter comandare anche il re di Francia difendendo la teoria “super reges et regna” (secondo la quale il Papa poteva governare sulle cose spirituali e politiche ovunque sulla terra), infischiandosene dell’odio che Filippo IV, i nobili di Roma e dell’intero Lazio nutrivano nei suoi confronti.
Il lettore non può far altro che rimanere affascinato dalla descrizione delle varie personalità protagoniste del racconto.
Un romanzo pieno, corposo, per nulla pesante, contrariamente a ciò che molti pensano dei romanzi storici; anzi, si arriva troppo rapidamente alla fine.
Il lettore scorre le pagine con avidità per scoprire se tra inganni e intrighi il segreto riuscirà a rimanere sepolto e a non giungere alle orecchie del popolo francese e del mondo intero, e se la dinastia reale potrà considerarsi salva.
Un inizio anno con una lettura emozionante scritta da una grande storica del Medioevo!
Buona lettura!




Barbara Frale


(Viterbo, 1970) è una storica del Medioevo, nota in tutto il mondo per le sue ricerche sull’ordine dei Templari. Autrice di varie monografie scientifiche, ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e documentari storici entrando nel dibattito internazionale su temi di vivo interesse per il grande pubblico quali il processo ai Templari e la Sindone di Torino. Nel campo della narrativa storica, ha pubblicato i romanzi La lingua segreta degli dei e Il gioco degli arcani, e curato, in collaborazione con Franco Cardini, la consulenza storica per la serie I Medici. Master of Florence in onda sulla RAI.
A cura di Marianna Di Felice




                                      Recensione scritta per www.thrillernord.it


sabato 6 gennaio 2018

Nell'ombra del faro: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it





http://thrillernord.it/nellombra-del-faro/#.WkyrfEJhvHc.facebook


Autore: Luigi Schettini
Editore: Golem Edizioni
Genere: Thriller
Pagine: 220
Anno di Pubblicazione: 2017



Sinossi:
Nei pressi del faro di Plymouth viene ritrovato il corpo di una giovane donna incinta. Unici indizi, una stella a cinque punte marchiata a fuoco sulla pelle e un’enigmatica filastrocca. L’investigatore e coroner Thomas Sermon si getta a capofitto nel caso, che si rivelerà essere il primo di una lunga catena di efferati omicidi. Dalla nebbiosa Inghilterra alla Spagna, dalle isole ai ghiacci: un giro per il mondo che odora di morte e di inferno sulle tracce di un Lupo assetato di sangue, uno scontro tra razionale e irrazionale in cui Tom potrà contare solo sulle proprie doti e sull’aiuto del capo dell’Interpol e grande amico Bernie Peters…Una lotta contro il tempo alla ricerca della verità e di una luce di nuova speranza che allontani le tenebre.

Il lupo assetato
Divora alla luce non lontana Di un faro insulare…

Thomas Sermon investigatore privato e anatomopatologo, viene coinvolto nelle indagini su una serie di omicidi strani, quasi rituali, dal suo amico Bernie Peters, capo dell’Interpol di Camborne per la quale Thomas lavora.
Solo lui con il suo fiuto e la sua tenacia può stare dietro ad un seriale così spietato. Sotto la prima vittima esaminata, Tom scopre un biglietto con una filastrocca che gli entra in testa tanto da esserne ossessionato anche perché dentro quelle frasi all’apparenza sconnesse, si cela la soluzione di ogni singolo omicidio.
Tom trova vari simboli che fanno supporre l’appartenenza ad una setta dell’omicida.
Tom potrebbe anticipare il serial killer, ma purtroppo rimane sempre un passo dietro, fino a quando…
Tom è un burbero tediato dal suo lavoro al quale dona molto del suo tempo perché per lui è una sfida catturare gli assassini per salvare quante più vite possibili. La sua vita è addolcita dal suo cane, Zoe e dalla ex moglie alla quale è ancora legato, ed è riempita anche dalla presenza del suo amico Bernie con le ciniche battute.
Riuscirà Tom a fermare questo insospettabile pazzo?
La lettura di questo thriller è piacevole e scorrevole. La filastrocca e i simboli descritti circondano il lettore con un velo di misticismo che crea suspense e curiosità, tanto da iniziare ad indagare insieme al protagonista cercando di risolvere il messaggio criptico che si nasconde nelle sue macabre frasi.
A tratti il linguaggio appare quasi ingenuo e certi discorsi sono forse troppo brevi, ma nell’insieme la storia risulta davvero stimolante.



https://www.youtube.com/watch?v=IPa40j-d7rI

Luigi Schettini nasce a Roma nel 1989. Oltre ad essere un valente giallista, nella vita è insegnante/coreografo hip hop e attore. Grande cultore del cinema di Dario Argento e della letteratura horror e legal thriller di Stephen King e Patricia Cornwell, scrive storie da sempre e all’età di 17 anni dà vita al suo primo romanzo. Pubblica I delitti del faro nel 2008 e Giallo Zafferano nel 2011. Con Golem edizioni ha pubblicato Qui Giaccio che ha vinto numerosi premi letterari italiani e internazionali tra cui “Un libro per il cinema 2016” al Festival “Cinema&Libri” di Roma.

A cura di Marianna Di Felice






                                        Recensione scritta per www.thrillernord.it

mercoledì 3 gennaio 2018

Il passato non è un posto tranquillo: recensione


Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/il-passato-non-e-un-posto-tranquillo/



Autore: Manuel Sgarella
Editore: Amazon Publishing
Pagine: 278
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017

Sinossi:
Una nuova indagine per il Cieco, una nuova speranza per tornare a vivere. Sono passati due anni da quando Luca Morando, detto il Cieco, ha affrontato il caso più importante della sua vita, e con esso il dolore custodito dentro di sé. Ma quando il Santo, l’amico di sempre, gli chiede aiuto per risolvere uno strano intrigo del passato, Luca capisce che è il momento di tornare e di provare ancora una volta a fare i conti con le proprie vecchie ferite.
Diana Garzelli, giovane agente scelto dei NOCS, vuole far luce sulla morte del padre: il poliziotto Giorgio Garbelli è rimasto ucciso nel tentativo di liberare un ricco imprenditore ostaggio di una banda di criminali. Ma quell’operazione ha sempre avuto troppi lati oscuri agli occhi di Diana e, ora che il capo della banda è stato arrestato dopo anni di latitanza, è giunto il momento per capire cosa sia veramente successo. Il Cieco riconosce subito l’animo tormentato di Diana, e in lei rivede tutto quel dolore che anche lui ha imparato a tenere ben nascosto dentro di sé, annegato nella vodka pura a quarantotto gradi e rinchiuso nella prigione di un isolamento autoimposto. Aiutare Diana potrebbe significare aiutare anche se stesso, cercare di ritrovare il senso di una vita ancora in frantumi e infine squarciare il velo di violenza e malaffare sotto cui si muovono le fosche trame di una Milano oscura e corrotta.

Recensione:
Un comportamento umano quasi automatico è quello di rifugiarsi in un mondo proprio dove si vive in base a una realtà fittizia che si crea nella testa, più che affrontare la verità. Ci si fa aiutare dall’alcol o dal silenzio oppure si iniziano a seppellire i ricordi, quando invece l’unica soluzione è la ricerca della verità, il che comporta anche l’affrontare le proprie paure.
Alla fine si sceglie la via più facile: star bene per poco, più che star bene per sempre combattendo per uscire dal tunnel.
In questa storia troviamo dei personaggi rovinati da un silenzio che dura anni, da un insabbiamento derivante da un’azione diretta dai NOCS nella quale si doveva liberare un imprenditore sequestrato. Questo fatto, purtroppo, ha cambiato le viste di molte persone, dalla persona sequestrata (che aveva subito mesi di buio e violenze) ai poliziotti impegnati nella liberazione.
Si sa che se non si affrontano le proprie inquietudini, queste diventano sempre più grandi e insormontabili fino a soffocarci. Diana, Luca detto il Cieco, Andrea e il Commissario Bono sono personaggi oppressi da problemi irrisolti, che alla fine rimangono legati allo stesso filo che li condurrà a ripercorrere il passato, a superare degli scogli e ad affrontare una durata realtà, non gradita, soprattutto da chi aveva una dignità e credeva nell’assoluta integrità morale di coloro che conosceva da una vita e indossavano una divisa.
Si scoprirà che la vita della città è pura apparenza, una facciata che nasconde loschi intrecci.
Questo libro si legge, purtroppo, in poco tempo vista la gradevole scrittura dell’autore che accende la curiosità del lettore portandolo all’interno della storia, guidandolo negli ambienti più nascosti della città e mettendolo davanti a crude realtà sotterranee che fanno, disgraziatamente, parte della vita reale.
A volte non si pensa che fatti già brutti possano avere dei retroscena ancora più difficili da digerire, ma questa è una dura verità. I personaggi sono descritti in modo completo, sembra quasi di toccarli, di viverli, visto che si possono ritrovare anche al di fuori di un’opera di fantasia. Sembra di sentire le loro tristezze ed i loro turbamenti fin quasi ad emozionarsi.
Detto ciò vi auguro una buona lettura!





Manuel Sgarella è diplomato alla Civica Scuola di Cinema di Milano, dal 1999 collabora con VareseNews e dal 2010 è un giornalista professionista…




Recensione scritta per www.thrillernord.it


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