lunedì 28 agosto 2017

Omicidi in si minore: recensione


Recensione scritta per www.thrillernord.it



                                                      



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Autore: Davide Bottiglieri
Editore: Les Flâneurs Edizioni
Pagine: 280
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017



Cluj, dicembre 1780. In una fredda e sinistra giornata d’inverno, piazza Unirii è stracolma per assistere all’ennesimo spettacolo di morte. Ad alzare il sipario su questa nuova esecuzione, è stato il neo ispettore Ljudevit Alecsandri, il cui nome è sulla bocca di tutti i cittadini per le vicende che l’hanno visto protagonista nei mesi precedenti a quel momento. La vita apparentemente tranquilla di un remoto paese della Transilvania sta per conoscere terribili vicende. Le sue vie e le sue genti, intrise di superstizione e mistero, saranno invase da un’ombra oscura che porta con sé una scia di paura e morte. Sarà il giovane ispettore a dover far fronte a questa situazione che, però, nasconde una terribile minaccia: riuscirà il suo lato oscuro, quel secondo Ljudevit Alecsandri, a non riemergere ed essere associato lui stesso al demone che abita Cluj?

“Il tuo errore è evidente: mi cerchi nel luogo sbagliato, ti concentri sul presente ma la chiave è nel passato. Cade del Tempio il pilastro più forte. Dubiteranno della colonna migliore: linea sottile tra la vita e la morte…aspetta dell’alba il rosso chiarore”.

La durezza dei membri del Plotone fa sì che abbiano cattiva fama tra la popolazione di Cluj, piccolo centro dell’impero di Ungheria perso tra le sue superstizioni. Tra i membri del Plotone spicca Lujdevit, l’arguto segugio che riesce a stanare tutti gli assassini attirando invidie e odio. Ma è arrivato in paese un assassino talmente furbo che riesce a dargli filo da torcere. Un assassino che riesce ad essere sempre passi avanti all’ispettore al quale tende delle trappole mirate ad indebolirlo per preparare la stoccata finale attraverso la quale gli farà perdere l’anima.
Un rivale temibile indebolito da un assassino parimenti pericoloso. Un uomo che manteneva ancora la sua anima nonostante i delitti legali di cui si macchiava, un uomo che cercava di redimersi, costretto a far uscire il suo lato oscuro.
Il percorso compiuto dall’assassino e il suo gioco con l’ispettore sono notevoli: in questo modo l’autore mantiene sulle spine il lettore che non vede l’ora di giungere alla soluzione del caso.


Una fine che è decisamente strana perché ci si aspetta qualcosa di diverso. Ma l’autore potrebbe aver chiuso in quel modo perché forse immagina un seguito?
Sarebbe giusto e appassionante, soprattutto se l’autore riuscisse a mantenere la stessa inquietudine che si percepisce in questo libro.

Un linguaggio pregiato si mescola ad una scrittura gotica tra il romantico e il tenebroso, e accompagna il lettore tra buio e luce a fianco dell’assassino e dell’inseguitore.


“Hai visto, figlio d’uomo? È forse poca cosa per la casa di Giuda commettere le abominazioni che commette qui, perché debba anche riempire il paese di violenza, e tornare sempre a provocare la mia ira? Ecco che s’accostano il ramo al naso. Anch’io agirò con furore; il mio occhio sarà senza pietà; io non avrò misericordia; per quanto gridino ad alta voce ai miei orecchi, io non darò loro ascolto”.
(Ezechiele 8, 17-18)





L’AUTORE –  Davide Bottiglieri (Salerno, 1992). Nel 2015 pubblica con Les Flâneurs Edizioni, attraverso pseudonimo, una raccolta di racconti fantasy per ragazzi dal titolo Le Cronache di Teseo. È vincitore del Premio Letteratura Italiana Contemporanea 2014 e del Premio Adriana Paulon 2016 (Sezione Giovani del Premio Letterario Internazionale “Un Solo Mondo”; 2016). Il suo romanzo d’esordio Dio suona il pianoforte del Diavolo si qualifica finalista del concorso Lampi di Giallo 2016. Nello stesso anno gli viene affidata la gestione della rubrica letteraria del web magazine «L’Espressione».




Recensione scritta per www.thrillernord.it

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