mercoledì 29 giugno 2016

Il libraio di Selinunte: recensione



E' il racconto di un libraio strano, misterioso che non vende libri, ma li legge.
In un paese restio alle novità, dove la conoscenza, l'arricchimento del vocabolario non sembra importante, il libraio ha non poche difficoltà.
Tutti lo trattano male (sia quelli che sono andati a sentirlo leggere, ma solo una volta; sia quelli che non l'hanno mai sentito), lo trattano come se fosse una creatura abominevole perché non è come loro.
Il suo amore per la lettura e per i testi che riempiono la sua libreria, si nota quando legge.
Dà sempre la giusta intonazione, sembra quasi che canti.
Il libraio ha un solo ascoltatore a Selinunte, Frullo, che contro ogni ostacolo possibile fa di tutto per entrare di nascosto nella libreria per ascoltare le letture del libraio.
Naturalmente si sa che quando l'ignoranza regna il buono che c'è dev'essere rovinato.
Le prese in giro dei popolano diventarono sempre più pesanti fino a trasformarsi in veri e propri attacchi e accuse gravi in occasione di un fatto accaduto nel paese.
Frullo riuscì ad esser presente all'ultima lettura mimetizzato come sempre tra due colonne di libri, un'ultima sera nella quale il libraio sembrò salutarlo perché sapeva della sua presenza quella sera come le altre sere.
Poi un incendio e le parole che si dissolvevano e la gente che si liberava di quel peso, delle paure del cambiamento.
Quelle fiamme riportavano lo stato delle cose com'era prima con soddisfazione di coloro che non volevano cambiare.
Frullo invece era in preda alla disperazione perché senza parole era difficile comunicare.
Una storia importante narrata con maestria come solo Vecchioni sa fare.
Professore di greco, latino, italiano e storia in vari licei classici e professore universitario poi, scrittore di canzoni d'autore uno dei pochi con le qualità necessarie per far sognare e per insegnare anche attraverso le sue canzoni.
Un aedo dei nostri tempi e dei tempi passati.
Un romanzo breve “Il libraio di Selinunte” che esprime tutta l'importanza della lettura per essere in grado di parlare correttamente.
Un tema sempre attuale (e questo è triste perché più passa il tempo e più rimangono certi problemi) soprattutto di questi tempi dove le parole si abbreviano causando una grave ignoranza di massa, dove solo pochi sfuggono e vengono criticati e presi in giro da chi crede di esser riuscito a creare un nuovo modo di parlare e di scrivere più rapido.
Spaventano le parole perché causano la realizzazione dei propri pensieri e una parte della gente non riesce a pensare come dovrebbe e l'altra parte non vuole perché non potrebbe più apparire.
Solo una minima parte le usa e va avanti per la propria strada tra le varie prese in giro, la parte che reputa le parole di fondamentale importanza.







Sinossi:
Vi svegliate un giorno e non avete più parole per dire “giorno”. Scendete in strada e non avete più parole per dire “strada”. Poi scoprite che la città è piena di smemorati come voi, che vagano sperduti in una nebbia di cose senza nome, incapaci di parlare e ricordare, incapaci di pensare. Perché tutti, quel giorno, avete perso le parole, le avete perse per sempre, ed è colpa vostra. Soltanto un ragazzo, “Frullo”, è salvo dall'incantesimo e può raccontare i fatti incredibili che hanno portato a tutto questo. Soltanto lui, perché ha conosciuto il libraio.
Un uomo misterioso, giunto in città con i suoi bauli pieni di libri e tanta voglia di raccontarli, più che venderli. Accolto male dalla comunità perché diverso, straniero, e quindi estraneo, il libraio riesce a stabilire un magico legame solo con Frullo, che, nascosto dietro due pile di libri, lo ascolta leggere ogni sera i passi più belli dei grandi poeti e romanzieri di tutti i tempi. E quelle parole, per Frullo come per ogni lettore, spalancano di colpo un universo di emozioni e di storie che hanno un'eco lunga, come una favola infinita.





Nota:

Selinunte è un paese in provincia di Trapani.
Vedi link  https://it.wikipedia.org/wiki/Selinunte e http://www.selinunte.net/area.htm

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