sabato 28 marzo 2015

Recensione: Peste di Alfredo Colitto


L'ombra di Masaniello è ancora presente nei pensieri dei napoletani comandati dagli spagnoli, affamati dagli stessi che richiedevano denari per finanziare le proprie guerre e la propria corte.
Il Duca di Guisa voleva mettere le mani su Napoli e così i napoletani sarebbero passati sotto il comando dei francesi.
Oscure trame venivano ordite avvalendosi dell'aiuto di signori locali che dovevano essere nemici dei francesi, ma quando c'è il denaro il colore o il partito non conta.
Sebastiano sentiva puzza di bruciato, lui che aveva partecipato attivamente al tentativo di salvare Napoli dagli spagnoli, conoscendo Masaniello e aiutandolo.
Era ancora scosso da quei ricordi anche perché sua moglie e sua figlia furono uccise in quel periodo.
Dopo anni aveva ripreso la sua attività di pittore e voleva che il suo nome diventasse importante e per farlo aveva accettato la commissione di Don Michele , suo caro amico, nel Palazzo Agliaro, dove stava dipingendo la cappella, sotto la supervisione di Donna Assunta (moglie di Don Michele).
La sua nuova (per quanto poteva essere tale) vita era stata sconvolta da una ragazza, Cecilia, che si era rifugiata nel Palazzo mentre fuggiva da degli sgherri che avevano trucidato la sua famiglia (onesti saltimbanco) e volevano concludere il loro compito uccidendo anche lei.
Il pittore, che faceva parte della rinomata Compagnia della Morte, alla fine cede e decide di proteggere Cecilia facendola diventare sua apprendista (anche se una pittrice donna era rarissima).
Sebastiano aveva il fiato sul collo di coloro che dovevano necessariamente concludere il loro compito (l'omicidio della sua apprendista) perché era a conoscenza di un sordido segreto (ed ora anche lui).
Tra raggiri, inganni, duelli e pestaggi, spunta silenziosa la peste.
Metà popolazione viene decimata, le strade diventano deserte, un ritrovo per fantasmi.
Porte e finestre delle case vengono bloccate da assi di legno. Da ciò si capiva che in quella casa c'erano dei malati che dovevano rimanere in quarantena.
In molti casi persone sane rimanevano bloccate nelle case con i malati, finendo per ammalarsi.
Solo le urla dei malati prigionieri nelle loro proprietà e i carri che trainavano i cadaveri riuscivano a squarciare l'innaturale silenzio creatosi per le strade di Napoli.
Come se l'ombra dolorosa della peste non bastasse, il popolo napoletano era minacciato dall'avidità francese.

La Compagnia della Morte costituisce il preambolo di Peste e spiega il disagio della popolazione napoletana nel Seicento. Colitto ricostruisce degnamente la situazione storica e crea un romanzo pregno di situazioni che tengono in sospeso il lettore.
La lettura, come al solito, è scorrevole. Colitto in modo semplice, senza fronzoli o discorsi arzigogolati, conduce il lettore alla fine (purtroppo) del romanzo regalandogli un finale a sorpresa., discostandosi da lieti fini (che magari qualche lettore si era prefisso in testa).

Per capire dovete leggere quest'ultimo lavoro di Alfredo Colitto e quando finirete, dovrete aspettare il suo nuovo romanzo.



Trama :


Napoli, 1655. Varcando la soglia di palazzo Guzmán con la sua famiglia di saltimbanchi, per intrattenere gli ospiti del conte, Cecilia non immaginava che la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Dopo aver ricevuto gli applausi divertiti degli astanti, si ritrova nel parco del palazzo e assiste, impotente e terrorizzata, a un incontro segreto.
Il conte Guzmán e un altro uomo stanno parlando del destino di Napoli e di una congiura che potrebbe riportare la città nelle mani dei francesi. Cecilia non sa nulla di politica, ma comprende subito il pericolo in cui si trova: è l’unica testimone dell’atroce tradimento. Quella stessa notte, infatti, la sua famiglia viene assalita da tre sicari. Lei è la sola a sfuggire al massacro, grazie al provvidenziale intervento di un uomo che le permette di nascondersi in un palazzo deserto e misterioso.
Sebastiano Filieri non ha più nulla nella vita, se non la sua pittura. Ha perso la famiglia e gli ideali in pochi giorni, durante la breve, sfortunata rivolta di Masaniello.
Quando scopre il segreto di Cecilia, Sebastiano sa che il conte Guzmán non riposerà finché non l’avrà uccisa. La ragazza potrebbe riportarlo a combattere per la sua patria, per i valori che un tempo guidavano la sua esistenza, ma la città di Napoli è minacciata da un nemico più pericoloso della Francia, più infido dei governanti spagnoli: la peste.



Titolo: Peste
Autore: Alfredo Colitto
Editore: Piemme
Prezzo: 17,90

martedì 24 marzo 2015

Nuova veste per Subcity!


 Subcity, l’e-magazine multimediale che parte dall'Abruzzo per esplorare il periferico, ha lanciato la versione 3.0 del progetto con il motto “alla periferia di nessun centro”.
Subcity torna oggi online con una nuova linea editoriale e una veste grafica fresca e aggiornata, frutto di una continua e polimorfa evoluzione, maturata seguendo costantemente l’evoluzione del mondo del web e delle sue logiche comunicative.

Dopo una storia partita nel 2013 Subcity.it e il laboratorio creativo che lo anima hanno deciso di concentrarsi sul racconto dei fermenti culturali che elettrizzano le comunità particolari, i territori fuori dal centro, fisico e dell'attenzione. 

La linea editoriale di Subcity infatti si colloca, sia spazialmente che concettualmente “alla periferia di nessun centro”. I giornalisti, gli scrittori, i blogger, i fumettisti, i fotografi e gli illustratori che fanno parte del laboratorio, hanno deciso di dedicarsi alla necessaria, quanto stuzzicante, missione di riportare a chi legge gli impulsi elettrici delle Culture Periferiche, raccontando, con un punto di vista volutamente parziale e soggettivo, quei territori “alieni” in cui “le culture sono opinioni”.

Questa ciurma di eccitati e atipici reporter ha deciso di ispirarsi alle parole di questo brano, tratto dal blog di Renzo Piano e scritto da Paolo Crepet:
[…] Per riabilitare il concetto di periferia occorre quindi rovesciare il suo pregiudizio. Periferia diventa luogo eccentrico, non soltanto in quanto lontano/fuori dal centro, ma soprattutto come luogo non condizionato, aperto, sperimentale.” Da qui parte l’ispirazione.
Video, fotoreportage, reportage, racconti di dischi, libri, arte contemporanea, cinema e dei loro linguaggi espressivi: queste saranno le gambe con cui il laboratorio multimediale di Subcity procederà per le periferie del mondo reale e virtuale che ci circonda.
Il magazine multimediale è il risultato dell'irrequietezza, delle ricerche e dei tentativi di voler raccontare le realtà particolari dell'Abruzzo e del mondo che lo circonda. Tutti i contenuti sono leggibili, guardabili e condivisibili, o non condivisibili, su www.subcity.it

venerdì 20 marzo 2015

Il Corpo Umano di Paolo Giordano: Recensione




Il titolo magari si può interpretare come una storia legata a qualche lezione applicata di anatomia medica, ma la copertina smentisce tutto ciò e riconduce ad una relazione tra un ragazzo e una ragazza che potrebbe ricondurre all'anatomia, ma nella camera da letto.
No, niente di tutto questo.
Sbagliato, di nuovo.
Forse quando scende la notte e arriva il silenzio, i soldati ascoltano il proprio corpo, ma più che altro ascoltano i propri pensieri. Non riesco a collegare il corpo umano però, penso di più al cervello è lui che crea pensieri, ricordi e immagina possibili scenari.
Il libro parla di un gruppo di soldati, militari che devono partire in missione in Afghanistan, più precisamente nel distretto del Gulistan.
Si sa che i militari italiani partecipano a queste missioni (chi controvoglia, chi pensando al guadagno, chi invece si impegna perché ci crede) che non sono sempre e solo missioni di pace. Semmai servono per mantenere il controllo, quel precario equilibrio che si è raggiunto o, magari, per difendere dei villaggi.
Questi militari devono adeguarsi alle condizioni di vita da campeggio estremo. Tutti sotto una tenda, compresa Zampieri, l'unica donna del gruppo, senza lauti pasti, anzi con scorte quasi finite.
In questi casi possono essere commessi errori stupidi che hanno conseguenze disastrose, come casi di dissenteria dell'intera unità (ufficiali e soldati semplici).
Nella fob (forward operating base = base operativa avanzata) si respira aria non molto pura! Immaginate pochissimi bagni chimici per tanti militari.
Tutto questo perché gli stessi avevano mangiato una mucca afghana, visto che i rifornimenti non arrivavano.
Poco tempo dopo arriva un comando dall'alto che ordina uno spostamento di mezzi e uomini nel territorio più impervio, più ad alto rischio rispetto agli altri territori dove sono impiegati i militari italiani.
Certa gente che siede su una comoda sedia imbottita evidentemente non sa come funziona in certe zone oppure lo sa e non gliene frega nulla della vita delle persone.
I militari occupati nell'operazione si muovono con i mezzi Lince e un'ambulanza, attraversando vari villaggi dove possono essere posizionate ovunque bombe che fanno saltare in aria interi convogli!
Non dico cosa succede per non svelare tutto il lavoro di Paolo Giordano.
Mi è piaciuto leggere Il corpo umano? Si.
Mi sono immedesimata nell'angoscia, nell'ansia del tenente medico Egitto, che, a par mio, è il personaggio meglio raccontato.
Però voglio sottolineare che l'autore, l'editore e il grafico non si son messi d'accordo!
Si parla dell'unità e i riflettori puntano su alcuni personaggi che emergono rispetto agli altri. Ma si devono prendere alcuni esempi differenti e non si può parlare di tutti, altrimenti il libro si trasformerebbe in trattato!
Nel libro si descrive ciò che succede ai militari in missione.


Trama:

È un plotone di giovani ragazzi quello comandato dal maresciallo Antonio René. L'ultimo arrivato, il caporalmaggiore Roberto Ietri, ha appena vent'anni e si sente inesperto in tutto. Per lui, come per molti altri, la missione in Afghanistan è la prima grande prova della vita. Al momento di partire, i protagonisti non sanno ancora che il luogo a cui verranno destinati è uno dei più pericolosi di tutta l'area del conflitto: la forward operating base (fob) Ice, nel distretto del Gulistan, "un recinto di sabbia esposto alle avversità", dove non c'è niente, soltanto polvere, dove la luce del giorno è così forte da provocare la congiuntivite e la notte non si possono accendere le luci per non attirare i colpi di mortaio. Ad attenderli laggiù, c'è il tenente medico Alessandro Egitto. È rimasto in Afghanistan, all'interno di quella precaria "bolla di sicurezza", di sua volontà, per sfuggire a una situazione privata che considera più pericolosa della guerra combattuta con le armi da fuoco. Sfiniti dal caldo, dalla noia e dal timore per una minaccia che appare ogni giorno più irreale, i soldati ricostruiscono dentro la fob la vita che conoscono, approfondiscono le amicizie e i contrasti. In un romanzo corale, che alterna spensieratezza e dramma, Giordano delinea con precisione i contorni delle "nuove guerre". E, nel farlo, ci svela l'esistenza di altri conflitti, ancora più sfuggenti ma non meno insidiosi: quelli familiari, quelli affettivi e quelli sanguinosi e interminabili contro se stessi.



Titolo: Il Corpo Umano
Autore: Paolo Giordano
Editore: Mondadori
Prezzo: 19,00
  

sabato 14 marzo 2015

Il Romanzo Storico




O voi giudiziosi che trovate ridicolo un romanzo storico e leggete pagine di saggistica, narrativa e (non tutti, anzi poche persone, anzi rare persone) poesia tanto per distinguervi da ciò che voi sottovalutate, forse non ricordate che alla categoria letteraria del romanzo storico appartengono scritti famosi e di grande interesse.
Prima di citare gli scritti famosi, spiego a coloro che si ergono nella scala letteraria a critici e giudici cos'è un romanzo storico.
E' un elaborato che contiene notizie storiche insieme ad ambientazioni, personaggi e fatti successi o inventati!
In base al periodo storico si possono inventare personaggi e trame, oppure si possono seguire eventi storici e inventare una storia nella storia.
Comunque lo scrittore deve documentarsi per bene sul periodo storico e tutto ciò che ne consegue e immaginare una storia, ad esempio, di fantasia che si incastri nel momento storico scelto.
Se chi legge solo scritti critici in prosa a carattere scientifico o divulgativo (definizione presa da wikipedia per rimanere vicini a queste persone), più chiaramente, chi legge solo saggi per, evidentemente, far credere di essere uno scalino più su rispetto a molti altri, giudica come “stupido” un romanzo storico, allora si trova molti scalini più sotto rispetto tutti gli altri lettori!
Se chi legge saggi o narrativa o poesia crede di essere al di sopra della scala della letteratura non ha capito nulla.
Significa che non capisce nemmeno ciò che legge!
Non c'è letteratura di serie A e di serie B (anche se la maggior parte di coloro che autopubblica non potrebbe vendere ciò che “scrive” nemmeno ai semafori per 10 centesimi)!
Ed inoltre, relegare il romanzo storico a letteratura di serie B, comporta dei problemi a livello cerebrale di coloro che la pensano in questa maniera.
Detto questo, ecco un elenco di romanzi storici famosi dei tempi passati e dei tempi moderni.






“Ben Hur” di Lewis Wallace scritto nel 1880.
TramaAll'epoca della venuta di Cristo, Ben-Hur, erede di una nobile famiglia di Gerusalemme, incontra Messala, amico d'infanzia, dopo qualche anno di separazione. Con amarezza Ben-Hur è costretto a rendersi conto che l'amico si è trasformato in uno spietato ufficiale, degno rappresentante di quella Roma che allora tiranneggiava popoli e regioni, compresa la Palestina. Queste sono solo le premesse da cui trae spunto la narrazione: il corso degli eventi si rivelerà infatti assai diverso da ciò che Ben-Hur pareva attendersi e in questo consiste appunto la sorpresa del romanzo e la complessità delle vicende che si intrecciano con un ritmo incalzante.

“I Promessi Sposi” scritto da Alessandro Manzoni nel 1840 nella sua versione definitiva.
TramaRomanzo di un amore contrastato nell'Italia del Seicento, "I Promessi Sposi" sono anche il sillabario della nostra modernità: mettono alla prova i valori del cattolicesimo, l'etica borghese, gli ideali risorgimentali, e per le tecniche narrative che adoperano e la lingua viva che inventano segnano un nuovo inizio per la letteratura italiana. Questa edizione, diretta da Francesco de Cristofaro e realizzata da un'equipe multidisciplinare di studiosi, offre una aggiornata panoramica sul capolavoro manzoniano, spaziando dagli aspetti lessicali e interpretativi a quelli linguistici e stilistici. Il volume include la "Storia della Colonna infame" e propone, per la prima volta, una sistematica analisi delle illustrazioni di Gonin & Co. che scandiscono, secondo precisa regia manzoniana, l'edizione definitiva del romanzo.



“La Capanna dello zio Tom” è un romanzo antischiavista per il trattamento negli Stati Uniti D'America nei confronti degli afroamericani, scritto da Harriet Beecher Stowe e pubblicato nel 1852.
TramaArthur Shelby, possidente gentile di una grande piantagione in America ma debole, decide di vendere il vecchio zio Tom, generoso, gentile schiavo nero a cui è molto affezzionato, a Haley, feroce mercante di schiavi. Tom accetta il suo destino. In viaggio sul fiume con Haley, salva una bambina caduta in acqua, e il padre della piccola lo compera per gratitudine: ne farà il suo cocchiere. Forse per Tom si schiude la promessa di un avvenire migliore.



“Il Capitan Fracassa” è un feuilleton, un romanzo che usciva su un quotidiano o una rivista, quindi a puntate, scritto da Théophile Gautier.
TramaPer amore di una bellissima attrice, Isabelle, il barone di Sigognac, ultimo rampollo di una antica famiglia decaduta, lascia il suo castello in rovina e si unisce a una compagnia di attori girovaghi. Qui iniziano le sue avventure: gli incontri, gli ostacoli, le sorprese, le incognite del viaggio, quelle dell'amore e quelle della gelosia. "È davvero una meraviglia di stile, di colore e di gusto" (Gustave Flaubert).



“La Lettera Scarlatta” scritto da Nathaniel Hawthorne e pubblicato nel 1850.
TramaLa vicenda si svolge nella Boston puritana del sec. XVII. Hester Prinne ha preceduto nel Massachusetts il marito, un anziano scienziato, e ha avuto una figlia, Pearl, da una relazione illegittima. Viene messa alla gogna e condannata a portare sul petto la lettera A (adultera), ritagliata "in un bel panno scarlatto". Rifiuta di dire il nome del suo amante, ma il marito, sotto falso nome, si mette alla ricerca dell'uomo. Riesce a scoprirlo: è il giovane revederendo Dimmesdale, che soffre moltissimo, ma, per orgoglio, non vuole confessare. Pressato dal marito di Hester alla fine confessa pubblicamente la sua colpa, ma stroncato dall'emozione, muore.



“I Tre Moschettieri” di Alexandre Dumas, la prima edizione risale al 1844.
TramaPubblicato originariamente a puntate su "Le Siècle" nel 1844, I tre moschettieri è uno dei romanzi più amati e letti. Un tempo passaggio pressoché obbligato nell'apprendistato culturale di intere generazioni di ragazzi, oggi il capolavoro di Alexandre Dumas padre si conferma un classico della letteratura di tutti i tempi e paesi. In una felice commistione di vicende storiche e romanzesche, di avventure e idilli, di duelli e burle, I tre moschettieri è un libro indimenticabile, reso tale dal talento narrativo dell'autore, dalla qualità dell'intreccio, dalla suspense. 




“Via col vento” l'unico romanzo di Margaret Mitchell pubblicato nel 1936. Il romanzo è ambientato durante la Guerra di Secessione negli Stati Uniti d'America.

TramaGeorgia, 1860. Rossella, capricciosa figlia di un piantatore di cotone, vive con la famiglia nella bella tenuta di Tara.Corteggiata da tutti, ama il cugino Ashley, che, però, si sposa con Melania. Per ripicca Rossella diventa la moglie del fratello di Melania, che muore subito in battaglia nella Guerra di Secessione appena scoppiata. Ad Atlanta, dove la vedova Rossella si è recata con Melania incinta, le due donne vengono messe in salvo dal saccheggio nordista della città da Rhett, un avventuriero in cerca di fortuna. Finita la guerra Rossella si addossa il compito di risollevare la proprietà di Tara, distrutta dai saccheggi e oberata dalle tasse, e per ottenere i soldi di cui ha urgente bisognoso sposa per interesse Frank, ricco proprietario di una segheria. Ucciso quest’ultimo da una spedizione del Ku Klux Klan, Rossella torna di nuovo vedova e, pur essendo ancora innamorata di Ashley, questa volta sposa Rhett, arricchitosi con una serie di speculazioni nel corso della guerra. Il matrimonio tra i due, però, non è felice e dopo la morte di una figlia e la fine di una seconda gravidanza, Rhett, che non si è mai sentito amato, decide di abbandonare la moglie. Rossella è rimasta ancora una volta sola, ma adesso è intenzionata a dare una svolta alla propria vita.


Questi sono solo degli esempi, tra i tanti, di romanzi storici che son diventati famosi e che hanno letto tutti o quasi, una volta, almeno, nella vita.
Chi parla come un pappagallo senza capire quanta fatica un autore impiega nello scrivere un romanzo storico, evidentemente rientra nella categoria di chi non ha mai letto nemmeno uno di quelli famosi (forse hanno visto solo il film. Il libro e il film son sempre due cose diverse!). Teoricamente non può emettere giudizi se non conosce, ma purtroppo certa gente è fornita di bocca per parlare o, per meglio dire, sproloquiare!
Tra i romanzi storici più moderni, nel senso che son scritti recentemente, rientrano:


“L'Armata Perduta”, “Il Faraone delle sabbie”, “La Torre della Solitudine”, “Chimaira”, “L'Ultima Legione”, di Valerio Massimo Manfredi, scrittore, storico e conduttore televisivo (Stargate- Linea di confine e Impero). Lo stesso autore ha anche scritto molti saggi, naturalmente storici, come “La Tomba di Alessandro”, “Akropolis” ed altri.


Ken Follett con la trilogia Century “La Caduta dei Giganti”, “L'inverno del Mondo” e “I Giorni dell'Eternità”, ma anche con “Le gazze ladre”, “La cruna dell'ago”, “I Pilastri della terra”, “Mondo senza Fine”, “Il Volo del Calabrone”, “Sulle ali delle aquile”.

Ildefonso Falcones con “La Cattedrale del Mare”, “La Mano di Fatima” e “La Regina Scalza”.

Non solo stranieri, ma anche italiani.

Carlo A. Martigli con “999 L'Ultimo Custode”, “L'Eretico” e “La Congiura dei Potenti”.


Alfredo Colitto con “Cuore di Ferro”, “I Discepoli del Fuoco”, “Il Libro dell'Angelo”, “La Porta del Paradiso”, “La compagnia della morte”, “Peste”.


Danila Comastri Montanari con “”Spes, Ultima Dea”, “Gallia Est”, “Morituri te salutant”, “Saturnalia: La Decima Indagine di Publio Aurelio Stazio” e molti altri.


Ed ancora, italiani e stranieri, Marcello Simoni, Marco Buticchi, Mauro Raccasi, Jan Guillou , Bernard Cornwell e moltissimi altri.


Chiedete loro se si son scritti da sole le parole sulle pagine, sia digitali che cartacee, solo per vedere cosa vi rispondono, sempre se vi rispondono o se preferiscono annientare degli incompetenti con un giusto silenzio.


Leggete i romanzi storici, sarete catapultati nel mondo addietro, potreste ritrovarvi in men che non si dica, nel mezzo di storiche battaglie al fianco di valorosi condottieri o nel mezzo di una vita medievale a contatto con personaggi famosi che hanno fatto la storia!


Tra i romanzi storici saranno citati anche quelli di Dan Brown, naturalmente, meglio ricordarli: "Angeli e Demoni", "Il Codice Da Vinci", "Il Simbolo Perduto", "Inferno".
L'immagine qui sotto esprime al meglio il contenuto dei suoi romanzi!






giovedì 12 marzo 2015

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Il profanatore di tesori perduti - Marcello Simoni

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