venerdì 12 dicembre 2014

I vizi capitali nelle letture: Invidia

invidia
Oggi mi son svegliata con un amletico dubbio! Esistono libri sui vizi capitali? Sicuramente sì, ma io li cerco in modalità separata! Non voglio un libro che parli dei vizi capitali insieme, troppo facile e leggere le solite manfrine non fa per me. Cerco libri su invidia, accidia (il vizio capitale più difficile da capire), sulla gola, sulla lussuria, sull’ira, sulla superbia e sull’avarizia, magari all’interno di romanzi oppure nei saggi.
Ebbene sull’invidia ne ho trovati un po’!
Ora ve ne parlo, magari qualcuno che ha troppa invidia riuscirà a comprarne uno per farsi curare (visto quanta invidia c’è in giro).
Naturalmente la maggior parte di questi libri trovati fa parte del genere psicologico o delle scienze umane e quindi ci son brave persone (psicologi, psichiatri quando il problema degenera e psicoanalisti che ascoltano e cercano di curare la persona affetta dal male).
Oltre a questi libri studio, saggi che dir si voglia, ci son anche delle frasi di scrittori che rimandano alle loro opere, ne cito qualcuna anche per suggerire la lettura dei libri corrispondenti (davvero interessanti peraltro).
L’uomo saggio non smette di aver caro ciò che possiede perché qualcun altro possiede qualche altra cosa.
L’invidia, in effetti, è una delle forme di quel vizio, in parte morale, in parte intellettuale, che consiste nel non vedere mai le cose in se stesse, ma soltanto in rapporto ad altre.
Bertrand Russell, La Conquista della Felicità.
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Bertrand Russell è stato un filosofo, matematico e saggista gallese. Era un attivista del pacifismo e divulgò il proprio pensiero in modo filosofico e cioè imperturbabile e paziente.
Ne La conquista della felicità, analizza gli individui e la società attorno ad essi e cerca di spiegare i motivi del malcontento generale.
Proprio oggi ho letto la classifica di soddisfazione degli italiani, siamo solo al trentesimo posto e dopo paesi come il Messico, il Cile, la Spagna, la Slovenia, la Repubblica Ceca, la Repubblica Slovacca e la Polonia. Tecnicamente dopo paesi che dovrebbero avere una depressione cronica per le loro condizioni (tra disoccupazione, inoccupazione, colpi di stato, poco sviluppo e molto altro)!
Russell naturalmente guardava alle condizioni del suo paese, ma questa analisi del malcontento può essere trasferita tranquillamente al nostro Paese, visto che la maggior parte delle persone non sono soddisfatte mai di nulla ed impegnano il loro tempo a invidiare gli altri per qualsiasi cosa.
Lavorare e fare soldi porta solo infelicità perché i soldi non comprano il benessere spirituale mezzo importante per essere felici, a da questi pensieri fittizi scaturirà solo il narcisismo, l’invidia, la megalomania.
Russell ne La conquista della felicità, suggerisce due vie per uscir fuori dall’empasse. La prima riguarda l’analisi della paranoia o della paura che prendono il sopravvento. Se quella paura diventa realtà non sarà una tragedia universale (tranne in casi di salute). Capiterà e la vita andrà avanti lo stesso.
La seconda via è la meditazione riguardo alle passioni e agli interessi.
Perché se stimoliamo il nostro io verso le passioni, queste riusciranno ad indirizzare il nostro pensiero per avere un’ampia visione del tutto.
Di Russell sto leggendo “Elogio del vizio” e devo dire che ciò che leggo mi sembra incredibilmente contemporaneo.
L’invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato.
Carlos Ruiz Zafón, “Il gioco dell’angelo”.
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Ancora non leggo questo libro (mi manca solo questo) di Zafòn, è nella lista di attesa che è lunghissima, ma presto ovvierò a questa mancanza.
Ma dalla trama si può capire il perché di questa frase. David Martin orfano di madre che abbandonò la famiglia e di padre rimasto ucciso davanti agli occhi del figlio, viene “adottato” da un uomo ricco e potente di Barcellona ed anche se lui inizia facendo il fattorino, presto inizierà a scrivere e a ricevere numerosi consensi di pubblico per le sue opere.
Ed anche se è un romanzo, descrive alla perfezione la realtà!Più hai successo (anche se non diventi famoso) più attiri l’invidia degli altri (anche se questi stanno meglio di te)!

L’Anima del Mondo è alimentata dalla felicità degli uomini. O dall’infelicità, dall’invidia, dalla gelosia. Realizzare la propria Leggenda Personale è il solo dovere degli uomini. Tutto è una sola cosa. E quando desideri qualcosa, tutto l’Universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio.
Paulo Coelho, “L’alchimista”
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Un libro stupendo se si vuole percorrere la propria leggenda personale, un viaggio dell’io a livello spirituale per star bene con se stessi. Rappresenta la propria ricerca.
Le parole di Coelho suonano nefaste se il desiderio è negativo, ma questo è ciò che accade.
Nel senso che se trami mosso dall’invidia o da altri sentimenti negativi, nei confronti di certe persone, l’Universo può ascoltarti alla fine.
Ti ascolta se il tuo pensiero è positivo atto a realizzare te stesso, ma l’Universo è grande e la negatività è sempre in agguato.
L’invidia è il sentimento che noi proviamo quando qualcuno, che noi consideriamo del nostro stesso valore ci sorpassa, ottiene l’ammirazione altrui. Allora abbiamo l’impressione di una profonda ingiustizia nel mondo. Cerchiamo di convincerci che non lo merita, facciamo di tutto per trascinarlo al nostro stesso livello, di svalutarlo; ne parliamo male, lo critichiamo. Ma se la società continua ad innalzarlo, ci rodiamo di collera e, nello stesso tempo, siamo presi dal dubbio. Perché non siamo sicuri di essere nel giusto. Per questo ci vergogniamo di essere invidiosi. E, soprattutto, di essere additati come persone invidiose. In termini psicologici potremmo dire che l’invidia è un tentativo un po’ maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell’altro.
Francesco Alberoni
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Alberoni, sociologo, giornalista e scrittore tratta il tema dell’articolo nel libro “Gli invidiosi”. Queste persone osservano gli “avversari” ed entrano in competizione con essi per non rimanere indietro.
Per Alberoni questo sentimento deriva da una vita deludente, dalle sconfitte, la persona è insicura ma ancora reattiva. Il sociologo affronta in modo perfetto il problema dell’invidia, elencando, in ultimo, anche i sintomi dell’invidia, quali la maldicenza, il pessimismo, la vendicatività, la predisposizione alle critiche, l’autocommiserazione, il perseguimento alle onorificenze e consiglia come far sparire, e quindi superare, questo male.
Credo che tra i vizi capitali, l’invidia sia il male assoluto. Un sentimento che si insinua nelle persone, le avvolge e non le lascia libere.
Parlando dei vizi capitali, parlo anche dei libri che trattano questi argomenti continuando a consigliare delle letture interessanti.
A presto, con gli altri vizi.

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