Il grande Drammaturgo, filosofo, politico, scrittore e storico italiano, nacque il 3 maggio del 1469 a Firenze.
A uno principe è necessario sapere bene usare la bestia e l'uomo.
Tratto da Il Principe
Fu segretario della Seconda Cancelleria della Repubblica Fiorentina, ma abbandonò la sua carica e la politica al ritorno dei Medici a Firenze.
Accusato di complotto nei confronti di Giuliano di Piero de' Medici, fu arrestato e torturato (fu messo alla corda).
Scrisse a Giuliano di Lorenzo de' Medici duca di Menours, figlio di Lorenzo de' Medici, insieme a Piero e Giovanni (futuro Leone X)dei sonetti per ricordargli che si trovava in carcere.
In quel periodo morì Giulio II e fu eletto dal conclave Leone X come successore.
L'amnistia permise a Machiavelli di uscire dal carcere, cercando senza riuscirci dei favori dai Medici. A quel punto si ritirò nella sua tenuta tra Firenze e San Casciano in Val di Pesa.
E mentre era in esilio, scrisse Discorso sorpa la prima Deca di Tito Livio e, nel 1513, Il Principe, famoso trattato politico.
"Tutti gli stati, tutti e' dominii che hanno avuto e hanno imperio sopra li uomini, sono stati e sono o republiche o principati. E' principati sono, o ereditarii, de' quali el sangue del loro signore ne sia suto lungo tempo principe, o e' sono nuovi. E' nuovi, o sono nuovi tutti, come fu Milano a Francesco Sforza, o sono come membri aggiunti allo stato ereditario del principe che li acquista, come è el regno di Napoli al re di Spagna. Sono questi dominii così acquistati, o consueti a vivere sotto un principe, o usi ad essere liberi; e acquistonsi o con le armi d'altri o con le proprie, o per fortuna o per virtù."
Incipit de Il Principe
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