venerdì 28 febbraio 2014

Il Tempo La Storia



Nella libreria online di ebay questi tre libri sono tutti a prezzo speciale, spedizione in tutta Italia con corriere, aiuta la cultura, aiuta la lettura.

lunedì 24 febbraio 2014

Pensiero....


Leggere indipendente!!!


Comprate libri nelle librerie indipendenti!!!
Tra libraio (uno vero) e lettori si instaura un rapporto fatto di scambi d'opinione e di risate su pseudo libri...potrete rimanere in quella libreria per ore, senza che nessuno vi faccia sentire a disagio oppure un ospite indesiderato!!!

Il Venezuela urla e i media rimangono in silenzio



NOTIZIE DAL VENEZUELA:

OLTRE AD AVER CHIUSO UN CANALE TV COLOMBIANO, ADESSO HANNO APERTO UN'INDAGINE CONTRO LA CNN E COSI' CHIUDERANNO ANCHE QUESTA!
CI SONO CASI DOCUMENTATI DI TORTURE TERRIBILI, E ALTRI CASI NON DOCUMENTATI. 18 DI QUESTI CASI SONO DICHIARATI!!!

QUESTO PERCHE' HANNO RIPRESO QUELLO CHE DAVVERO STA SUCCEDENDO COMPRESE LE TORTURE NELLE CARCERI!



http://elcomercio.pe/mundo/latinoamerica/venezuela-tachira-ya-esta-militarizada-y-sin-internet-noticia-1711107
http://www.lapatilla.com/site/2014/02/20/contundente-comunicado-de-senadores-mexicanos-ante-situacion-venezolana-mexico-no-debe-quedarse-callado/


Moltissimi video sono stati rimossi!!!

"Lo scrittore peruviano e premio Nobel Mario Vargas Llosa, che nel mese di giugno riceverà la Laurea Honoris Causa presso l’Università degli Studi di Torino, ha definito, quello di Maduro, un regime Fascista sempre più dittatura che governo. La società venezuelana sta retrocedendo, sostiene Llosa sulle pagine di un importante quotidiano spagnolo. "
http://www.newnotizie.it/2014/02/venezuela-muore-litalia-pensa-a-belen/

23/02/2014
"Oggi hanno cercato di arrestare un generale in pensione, Angel Vivas, che ha denunciato le forze armate. Tutti i vicini sono usciti per bloccare la strada. Il generale è andato sul tetto portando con sé un mitra. La moglie e le figlie rimaste dentro casa si sono armate. La Guardia Nazionale ha desistito, ma gli stanno chiudendo il gas, la luce, l'acqua e il telefono"

http://www.youtube.com/watch?v=4BuaqvL8Kqo







Alfredo Colitto: tra realtà e Medioevo

PicMonkey Collage
Dopo aver risposto ad una serie di domande (ventotto per l’esattezza, Colitto è davvero paziente!) su libri e lettura, risponde anche alle domande dell’intervista, così conosciamo meglio lo scrittore che ha dato vita a Mondino De’ Liuzzi, un medico e anatomista bolognese (realmente esistito) che vive tre emozionanti e coinvolgenti avventure, a tratti terrificanti. Templari, misteri, alchimia, Inquisizione, adoratori di Mithra, persecuzioni e riti sacrificali, il tutto rinchiuso all’interno di Cuore di ferro, I discepoli del fuoco e Il libro dell’angelo.
Ma Colitto non è solo Templari e alchimia, è anche Duri di cuore, Il candidato, Caffè Nopal, La porta del paradiso (suo ultimo lavoro edito Piemme).
Ma lascio parlare lo scrittore.
Cos’è per te il romanzo storico?
«E’ un modo affascinante di ricostruire un’epoca passata, con le sue città, i suoi costumi, i suoi fasti e le sue miserie, e di trascinarci dentro i lettori attraverso una storia avvincente.»
Mi sembra di immaginare già una storia leggendo queste parole descrittive.
Ve ne accorgerete leggendo un suo libro. Il lettore riesce a vestire i panni dei suoi personaggi e aggirarsi per strade antiche profumate di mistero.
Il candidato. Un noir profondo, che tratta un argomento scomodo, scritto con una semplicità che cattura. Come lo ricordi?
«È stata una bellissima esperienza. Visto che nella realtà i politici onesti scarseggiano, ne ho voluto creare uno romanzesco: un giovane che vuole davvero fare la cosa giusta senza farsi assorbire da corruzione e malaffare, e quindi viene a trovarsi nel mirino di tutti, dalla Sacra Corona Unita ai suoi stessi colleghi di partito.»
In poche pagine spiega la realtà della politica in un paese pervaso dalla paura e dall’omertà.
COLITTO II
Leone Baiamonte come Mondino De Liuzzi sulle tracce della verità: Due personaggi forti che si trovano in situazioni più grandi di loro. Fai un confronto.
«Sono due personaggi molto diversi, separati anche dalla realtà storica. Mondino è un medico medievale, geniale e presuntuoso, che vuole arrivare alla verità attraverso la scienza. Leone vive nel Seicento, è giovane, nobile, non ha mai dovuto lavorare in vita sua, e di colpo si trova senza un soldo e con un’accusa di omicidio sulle spalle. Tutti e due però, quando vengono a trovarsi in situazioni più grandi di loro, rifiutano di darsi per vinti, si rialzano e continuano a lottare».
Qual è il tuo periodo storico preferito e il tuo autore preferito?
«Il periodo storico è il basso medioevo. Intendo con questa definizione quel lungo momento di passaggio da una cultura simbolico-religiosa, rigidamente in mano alla chiesa, a una cultura umanistica e scientifica, a disposizione anche delle classi borghesi. In quanto agli autori preferiti, ne ho talmente tanti che la risposta è quasi impossibile. Comunque, tra i classici citerei Stendhal, tra i moderni Gabriel García Márquez».
Sapresti scegliere, tra i libri che hai scritto, il tuo preferito?
«Direi proprio di no. Sarebbe come chiedere a un papà qual è il figlio a cui vuole più bene.»
Perché i libri sono i figli di uno scrittore.
Secondo te qual è la situazione culturale in Italia?
«È una verità sotto gli occhi di tutti che la cultura si sta appiattendo su livelli sempre più bassi. Eppure non sono pessimista, perché vedo anche molto fermento. La civiltà digitale sta cambiando il nostro modo di essere e di pensare, e sono certo che nei prossimi decenni assisteremo a una rivoluzione culturale, anche se non nei termini in cui noi intendiamo la cultura.»
E’ sotto gli occhi di tutti, ma non tutti fanno qualcosa per cambiare la situazione.
Puoi darmi una definizione di Tempo, di Storia e di Creatività?
«Il tempo è il senso di continuità nel divenire che è la nostra vita.
La storia è il racconto delle vicende umane che si svolgono nel tempo, e la creatività è ciò che dà un senso a tali vicende. Senza la capacità creativa, la vita sarebbe solo un monotono succedersi di eventi banali.»
COLITTO I
Un autore tutto da leggere, le quali letture sono un sogno che trascina il lettore in un medioevo affascinante imbevuto di intrighi e inganni, di verità e di bugie, oppure in un Seicento difficile, tra cattiverie e persecuzioni, rendendoti dolce il risveglio alla realtà con altre letture non troppo distanti da secoli passati per ciò che riguarda meschinità e angherie.


Intervista fatta per iltempolastoria.it

http://www.iltempolastoria.it/rubriche/libri-in-viaggio/alfredo-colitto-tra-realta-e-medioevo/

In bocca al lupo


In bocca al lupo..risposta corretta: Grazie!!!
La lupa (mamma lupa) prende il cucciolo con la bocca, e il cucciolo è al sicuro!Se la lupa viene ferita o ammazzata perde il cucciolo e quest'ultimo non è più al sicuro!!!
L'immagine semplifica la comprensione!!!

Mauro Corona e Erri de Luca


domenica 23 febbraio 2014

sabato 15 febbraio 2014

EPUB


Carlo A. Martigli


Leonardo non era solo un genio dell’arte e della scienza, ma anche un uomo di mondo, avvezzo a districarsi tra ricchi committenti e amanti ingombranti. Carlo Martigli, maestro del thriller storico, lo immagina rientrare a Firenze nei giorni in cui viene commesso un misterioso delitto e vestire i panni di un detective d’eccezione. Per salvare un innocente, che peraltro è un giovanotto a lui assai caro, il protagonista è pronto a utilizzare non solo gli strumenti affilati del suo metodo scientifico ma anche le stesse armi del nemico, quelle dei colpevoli di tutti i tempi: la menzogna e il ricatto. A servizio però di una verità quanto mai scomoda per il potere…

Disponibile da oggi.

http://www.bookrepublic.it/book/9788861266810-il-metodo-leonardo/

Gorilla Sapiens



Questa piccola casa editrice di Roma, merita attenzione da parte dei lettori!!!
























Intervista a Carlo A. Martigli: la ricerca del particolare storico

Carlo A. Martigli un uomo poliedrico, vista la sua versatilità nell’ambito lavorativo.
Giornalista per Tirreno di Livorno, collabora con riviste specializzate per conto dell’Istituto di Filosofia del Diritto di Pisa, in seguito, lascia la carriera di giornalista per vicende personali e si impiega in banca e collabora con istituti di credito nazionali e non. Premiato come attore non protagonista al Festival del Teatro di Pesaro con laDonna di Garbo di Goldoni. Ma nelle sue vene c’è il fiume di parole che preme per uscire e quindi riprende a ticchettare i tasti del pc per scrivere di nuovo, ma stavolta libri.
Ed inizia con Duelli, Castelli e Gemelli, favole in rima realizzate con Emanuele Luzzati. Nel 1998 cura lo spettacolo circense con Ambra Orfei, intitolato La Principessa delle Stelle, ma le dita continuano a premere tasti e a tirar fuori parole che diventeranno una saga fantasy.
Nel 2009 arriva 999 L’Ultimo custode, un romanzo storico ricco, sapientemente elaborato che tiene gli occhi del lettore fermi sulle sue pagine.
Nel 2010 Toscana Misteriosa, lo scrittore accompagna il lettore nel tour del mistero.
Nel 2012 esce L’Eretico. Appassionante, ricercato, nulla è lasciato al caso.
Martigli coinvolge intensamente il lettore.
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Ho posto una serie di domande allo scrittore per conoscerlo meglio.
Cosa significa, per lei, essere scrittore?
«Dedicarsi anima e corpo alla scrittura, come fosse una donna. Amarla, non tradirla mai, curarla, approfondirla, stimolarla e traendo da lei la forza e la gioia di vivere».

Cos’è il romanzo storico?
«E’ quello che traendo spunto da fatti storici realmente accaduti, fa calare quegli episodi nel microcosmo dei personaggi e li condiziona. le loro vicende ne sono quindi condizionate, così come le loro scelte personali. Una sapiente miscellanea di personaggi immaginari e reali, dove la logica sia ineccepibile e la realtà storica rispettata, e dove soprattutto il lettore sia coinvolto in profonde emozioni, rende la piacevolezza del romanzo. I Promessi Sposi, può essere considerato il primo vero romanzo storico, o popolare che dir si voglia». 
Ha uno scrittore preferito dal quale trae spunto?
«Sicuramente non da Dan Brown, nonostante sia stato definito anni fa il Dan Brown italiano. Il rigore storico non sa neanche dove stia di casa, ma dietro ha un panzer di marketing… Diciamo che considero esempi da seguire Josè Saramago in primis, e l’Umberto Eco relativamente a Il Nome della Rosa». 
Paragonato a Dan Brown senza senso per me, visto che ho letto entrambi e ho riscontrato in Martigli la cura del particolare, la fatica della ricerca e l’originalità della scrittura.
Caratteristiche non riscontrate in Brown, visto che nei suoi libri c’è similarità e poca cura del particolare ormai trito!
Notando il basso livello di educazione e conoscenza in Italia e il mercato del libro in crisi, secondo lei, c’è ancora speranza per la cultura?Che idee ha lei al riguardo?
«La cultura è l’unica speranza che ha la società civile e il mondo occidentale per sopravvivere alla inevitabile decadenza economica. Ricordo che quando un ministro di Churchill, durante la seconda guerra mondiale, gli disse che occorreva prendere le pur poche risorse del Ministero della Cultura per destinarle a quello della Guerra, Churchill rispose netto: “No, assolutamente. Altrimenti, per che cosa combattiamo?”. Io ho ideato e promosso il primo Festival Premio per la Letteratura Rosa a Santa Margherita Ligure che si svolgerà dal 7 al 9 Marzo prossimo. Non ne esistono altri in Italia, mentre di premi per il noir ne esistono a centinaia, e questo perché il “rosa” è considerata letteratura di serie “B”. Ma mille volte meglio una Liala, Dellì, Steel, e via dicendo che guardare i Grandi Fratelli o gli Amici di Genoveffa alla TV. Con certo genere di programmi, estremamente popolari, sembra che lo scopo sia quello di evitare di farci pensare e quindi di renderci più manipolabili. Questo sembra lo scopo recondito. Ed è per questo che alla fine delle mie conferenze dico sempre che “LEGGERE RENDE LIBERI”».
E’ incredibilmente emozionante sentir parlare uno scrittore in questo modo, soprattutto perché sono pienamente d’accordo con lui.
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Nel 2007 viene aperta la tomba di Giovanni Pico della Mirandola, perché dopo 500 anni?Per verificare le cause della morte. Il problema è che i molti studiosi sanno che Pico è morto avvelenato dall’arsenico, come dimostravano, a suo tempo, la lingua nera e le unghie nere. Ma allora perché è stata riaperta la tomba contro il volere dell’Ordine dei Domenicani?
All’interno della sua sepoltura condivisa con il Poliziano c’era una terza cassa. Nel 1487 Pico doveva discutere le sue 900 tesi che avrebbero permesso l’unificazione delle tre religioni principali, Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo sotto un unico Dio. E se Pico voleva e poteva dimostrare che quel Dio altro non era che una raffigurazione di una divinità precedente? E soprattutto femminile? Dove sono le altre 99 tesi segrete?
Dopo L’Eretico, una storia davvero notevole con un duro lavoro dietro, che ho letto con piacere (come del resto 999 L’ultimo custode), sta scrivendo un altro libro?
«Il 28 Agosto di quest’anno uscirà un nuovo romanzo, sempre con Longanesi, ma il titolo è ancora topo secret. Diciamo che in quest’ultimo ho cercato di fondere il meglio di 999 L’Ultimo Custode e de L’Eretico, la semplicità e la profondità. Con un gioco di emozioni che comunque non lascerà indifferente il più duro dei lettori».
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So che ha a cuore il problema del Rating e che cerca di informare le persone sulle speculazioni finanziarie. E un compito duro a volte, vero?
«Molto duro, perché ci scontriamo con il vero padrone del mondo: la Finanza Speculativa, che comanda le scelte di tutti i governi ed è responsabile per gran parte della crisi economica dell’Occidente. La società di rating sono i cani a servizio di questo padrone, e la loro inaffidabilità è stata dichiarata anche dal Presidente della BCE Mario Monti. Pensare che al momento il sistema delle scommesse finanziarie (futures) create dalla finanza è pari a 9 volte il PIL mondiale, è come vivere seduti su una bomba nucleare. Il primo che si alza la fa esplodere. Nel mio spettacolo teatrale Inganni – Le Bugie della Storia in cartellone a partire dalla prossima estate e per la regia (e musica) del grande Riccardo Marongiu, si parla anche di questo. Un modo divertente e ironico di denunciare lo stupro dell’economia reale da parte della finanza».
Mi può dare le sue definizioni di Tempo, Storia e Creatività?
«Relativamente all’Uomo, il Tempo è un attraversamento di spazi finiti, la Storia è la cronaca diluita nel Tempo, e la Creatività è un immenso atto di amore, sia esso divino o umano».
1497. Pico della Mirandola è morto da poco tempo e Girolamo Savonarola vuole distruggere ciò che Pico ha costruito. Perché? Qual è il messaggio che Pico voleva esternare? Nel frattempo, due monaci sono in viaggio verso l’Occidente e portano con loro l’Ipsissima Verba le parole di un giovane uomo di nome Issa che trascorse la giovinezza ad apprendere la saggezza orientale. Tornato in Palestina quell’uomo rivoluzionò il mondo col nome di Gesù.
“Dov’è stato l’uomo chiamato Gesù dai dodici ai trent’anni? Cit. L’eretico

Intervista fatta per iltempolastoria.it

http://www.iltempolastoria.it/slider/intervista-a-carlo-a-martigli-la-ricerca-del-particolare-storico/

Come aria

Un'amicizia..una vera e profonda amicizia come poche!
Affezionarsi, ridere, scherzare, affrontare problemi, dolori, questioni di cuore insieme e andare avanti per tutta la vita...un sogno interrotto da un incubo...Un libro d'esordio, scritto molto bene, semplice e importante, un libro che fa emozionare, che svela i sentimenti d'amicizia della protagonista!
Lo potete trovare presso la libreria Tempo Libero di Christian Simonella a Teramo.

I proventi saranno devoluti all'AIRC, all'UICI ONLUS e alla ricerca per Bea (https://www.facebook.com/beaworld/info)

sabato 8 febbraio 2014

giovedì 6 febbraio 2014

Intervista a Erri De Luca: Lo scrittore poeta

“Lo scrittore del decennio” secondo Giorgio De Rienzo, critico letterario del Corriere della Sera.
Un grande scrittore che si occupa anche di problemi sociali cercando e riuscendo a evidenziarli, parlarne e combatterli.
I suoi libri danno sempre emozioni diverse e fanno riflettere, parlano della difficile infanzia in un Paese devastato dalla guerra (Cfr. I pesci non chiudono gli occhi, nel quale descrive la neve del ’56, le letture di libri importanti, la violenza dei suoi coetanei intesa quasi come una necessità per uscire fuori dalla prigionia del corpo infantile) e trattano del passaggio critico dall’adolescenza alla maturità, dei momenti di illusione adolescenziale e di lucida maturità che caratterizzano quella stagione della vita così difficile per tutti.
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“Era responsabilità del verbo amare il matrimonio dei miei genitori… Nei libri c’era traffico fitto intorno al verbo amare. Da lettore lo consideravo un ingrediente delle storie, come ci stava bene un viaggio, un delitto, un’isola, una belva… Intorno a me non lo vedevo e non lo conoscevo il verbo amare. Avevo appena letto il Don Chisciotte intero e mi ero confermato. Dulcinea era latte cagliato nel cervello del cavaliere eroico.”
Disse l’infante che aveva voglia di uscire dal bozzolo in fretta, prima di affezionarsi a una bambina.
“Allora ti piace l’amore?
E’ pericoloso. Ci scappano ferite e poi per la giustizia altre ferite. Non è una serenata al balcone, somiglia a una mareggiata di libeccio, strapazza il mare sopra, e sotto lo rimescola. Non so se mi piace.

Chiudi quei benedetti occhi di pesce.
Ma non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere.

…Te lo chiedo ancora, ti piace l’amore?
Be’ si, se è questo, si. Pensai che avrei capito tutti i libri da quel momento in poi.”
(I pesci non chiudono gli occhi)
Ho intervistato Erri De Luca, uno scrittore che sembra crear parole su un foglio bianco con una fluidità incredibile, anche se hanno il peso della vita.
E’ dal dopoguerra che il passato difficile dell’Italia e in special modo della sua città, Napoli (da come si evince in certi suoi racconti, come “Tu mio”) contribuisce a distruggere anche il presente e rende difficile l’adolescenza. La storia si ripete anche senza gravi eventi mondiali. Cosa c’è di sbagliato secondo lei?
«Non credo che la storia si ripeta, è piuttosto un nostro desiderio rassicurante intenderla così. La storia è un organismo che si rigenera sulle sue macerie. Non è maestra di vita, non insegna e comunque noi non impariamo. Conoscere la storia non ha impedito nessuna catastrofe. E’ solo una materia narrativa. Napoli è immensamente cambiata dal dopoguerra: era una città del Sud Italia e del mondo, oggi è una sfumatura del Nord con gli stessi immigrati, gli stessi consumi, gli stessi rifiuti. La gioventù napoletana è nella stessa condizione di infelicità delle altre in Europa»
de luca
“I miei non mi chiedevano più cosa leggevo per non doversi urtare con quella mia intenzione di sapere. Le domande erano cresciute e portavano l’insidia di chiedere conto. Avevano partecipato a una resistenza, avevano aiutato un perseguitato?
Non l’avevano fatto. (…) Ero la sola persona cui interessavano quelle storie.
Dopo la guerra i vivi avevano indurito il silenzio. Volevano abitare un mondo nuovo. Da noi non c’era più il re. I tedeschi erano solo quel popolo che veniva a passare le ferie sull’isola.”
(Tu, mio)
L’Italia è rovinata, alcune città sono rovinate, soprattutto nel Mezzogiorno. Non le sembra, questa, un’immagine stereotipata, un adagiarsi su questa descrizione? Perché le persone non reagiscono? Sembra regnare l’anarchia in certe zone del Sud!
«Esiste una formidabile capacità di adattamento delle persone e dell’economia, esiste volontariato, esistono imprese che innovano e prosperano: non sono di quelli che lamentano i guasti a litania, perché vedo accanto all’andazzo le innumerevoli contro spinte che tengono insieme il nostro Paese. Più dilaga la corruzione più vedo crescere le resistenze»
E’ stato accusato (senza senso a parer mio, ma ormai cosa ha senso in Italia?) di essere praticamente un complottista contro la TAV. Cosa pensa di queste insulse accuse? A volte viene preso dallo sgomento nel vedere un Paese come l’Italia allo sfascio?
«La TAV in Val di Susa è un’opera criminale in tempo di pace: quelle montagne sono gonfie di amianto e di pechblenda che avveleneranno a morte la vita di quella vallata. Difendo le ragioni di una comunità che lotta per la sua legittima difesa e che la spunterà»
Nel libro Sulla traccia di Nives tratta dell’alpinismo al quale si dedica da molto tempo. Mi ha stupito sapere che un uomo di mare, nato in una città di mare come Napoli, adori in questo modo la montagna, l’escursionismo, l’alpinismo e l’arrampicata! E se la cava egregiamente! Com’è nato questo amore?
«E’ un contagio paterno, di un uomo che è stato nella fanteria alpina durante la seconda guerra mondiale e ha trasmesso un sentimento di affetto e di gratitudine per le montagne.»
Grazie al contagio paterno e all’amore per questo sport, Erri De Luca, nel 2002,  ha superato un 8b+ nella Grotta dell’Arenauta a Gaeta.
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Visto che lei è un grande amico di Mauro Corona, può notare come anche il Nord viene dimenticato. Al cinquantesimo anniversario della strage del Vajont, in pochi hanno ricordato questa tragedia. Lei crede che si possa cambiare la sorte dell’Italia oppure siamo destinati a una lenta fine?
«Il Vajont è una strage impunita, come tutte le stragi in cui entra la responsabilità di pubblici uffici. Questa omertà di Stato è una zavorra che ci portiamo appresso e con la quale conviviamo dall’inizio della Repubblica. E’ una delle costanti opprimenti della nostra storia, che un giorno dovrà finire. Allora dagli armadi usciranno le complicità e potremo scrivere una pagina pulita di storia»
Da poco è uscito il suo nuovo libro Storia di Irene: tre storie di mare. Ritorna prepotentemente il mare nei suoi racconti. Quando ci delizierà con una storia di arrampicata?
«Non alla prossima uscita, che sarà un libro di poesie per Einaudi, a marzo: “Bizzarrie della provvidenza”»
Anche a Lei come abbiamo fatto prima ad Augias, Moscati, Adinolfi e Cecchini chiediamo la definizione di tre parole che ci identificano e orientano la nostra azione quotidiana: Tempo, Storia e Creatività. Come le definisce, cosa sono per Lei?
«Il tempo scade.
La storia è una materia narrativa e niente affatto maestra.
La creatività è una presunzione moderna di chi pretende di essere creatore.
Evidenza per me è che si può essere solo redattori di note in margine alla creazione.
de luca libri
“Mamma: Crede che noi abbiamo il potere di fare uscire i numeri.
I numeri siamo noi e veniamo estratti ogni volta che uno si ricorda di noi e ci nomina
(La doppia vita dei numeri. Un teatro stile Eduardo De Filippo, con nostalgia e un pizzico di comicità, l’ultimo dell’anno con la tombola, non una tombola qualsiasi, ma quella napoletana, viva di ricordi e di “presenze”.)
Aspettando le prossime uscite, vi consiglio di leggere i libri di Erri De Luca che già potete trovare nelle librerie: non ve ne pentirete affatto.

Intervista a cura di Marianna Di Felice.

In esclusiva per iltempolastoria.it

http://www.iltempolastoria.it/rubriche/libri-in-viaggio/intervista-a-erri-de-luca-lo-scrittore-poeta/

martedì 4 febbraio 2014

Criticare sempre e comunque!

Ho inviato copie del mio manoscritto, ma non ho ricevuto risposta”….
E dopo queste affermazioni in molti si scatenano nel dire che evidentemente questo scrittore in erba è stato rifiutato perché il suo manoscritto faceva pena!
perché-non-possiamo-dirci-scrittori-scrittura

Ma avete letto quel racconto o quel romanzo per giudicare il lavoro o la persona?
Sapete che non si può e non si deve giudicare?
Sapete, inoltre, che molti manoscritti rifiutati sono usati dalle stesse case editrici e appioppati ad autori famosi?
Allora perché parlate senza senso?
Forse perché si critica e si giudica per il solo gusto di farlo oppure perché la pressione interna, a forza di reprimere rabbia e invidia, è talmente forte che ci si sfoga con perfetti sconosciuti!
Capisco quando la presa in giro prende di mira ragazzi e ragazze o adulti, che non vedono l’ora di diventare “scrittori”, ma purtroppo, non sanno scrivere seguendo le regole grammaticali tipiche della lingua italiana (esempio “ce stato”… Sacrilegio!), ma vi faccio presente che nel libro di Alice Munro edito da Einaudi, La vista da Castle Rock, a pagina 38, c’è l’obbrobrio citato sopra e a pagina 33, riporto testualmente, “Sin dal principio ha pensato che fossero gente stramba..” errori gravissimi che un editor non dovrebbe fare.
Questa gente che ha il compito di correggere i lavori altrui è intoccabile? Esonerata da critiche?
Si possono prendere di mira solo autori in erba? E se tra di essi ci fossero autori validi?
Avete mai pensato a questa possibilità? Oppure la vostra acidità vi fa criticare tutto e tutti a prescindere dalle loro qualità?
Voglio dare un consiglio ai probabili scrittori, comprate e leggete La via dell’artista che tira fuori la creatività in ognuno di noi. L’autrice, Julia Cameron, è convinta che la creatività è in ogni persona, ma viene ostacolata sia da noi stessi che dagli altri.
Per scoprire se voi siete creativi, comprate il libro e studiatelo (nel vero senso della parola perché non è un romanzo, è un vero e proprio studio).
Certo che se volete pubblicare in Italia, tanta fantasia non serve. Osservate le classifiche per vedere cosa piace agli italiani.

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Autori privi di creatività, di genialità, di originalità, sono solo furbi perché hanno capito
cosa attira e nelle vetrine delle librerie vedrete sempre e solo i loro libri commerciali.

Tra di essi si nascondono libri validi, ma son pochi!
Scrivere del Graal e di Dante non è originale, eppure molte persone hanno comprato i loro libri (che hanno anche un prezzo alto) per leggere le solite cose (quest’anno il primo ha avuto più successo del secondo. Evidentemente questi lettori non hanno voglia di pagare 25 euro per argomenti ormai triti, ma 19,60 si!); a seguire il boom dei libri sui vampiri, sui licantropi, sugli zombie (mancavano all’appello da tempo, dal video di Michael Jackson, Thriller); come non ricordare il boom dei libri erotici, si son scatenati a scrivere nuovi modi per eccitare il lettore, hanno inventato l’impossibile, hanno saturato quel mondo (tra un po’ reinventano il Kamasutra); per non parlare poi del fantasy classico (fate, draghi, elfi…).
Questi autori, purtroppo, non son stati rifiutati, ma pubblicati.
Non c’è giustizia.
E’ normale poi che, al grido di battaglia “Ormai scrivono tutti”, molte persone tentano la carriera di scrittore.
Tra questi sicuramente ci sono dei validi manoscritti, allora perché rifiutarli e criticarli?
Forse perché scrivono meglio di chi ha già pubblicato (e l’invidia fa scatenare la cattiveria quando lo scrittore che ha pubblicato si vede superare da un perfetto sconosciuto?) oppure perché non hanno la classica raccomandazione italiana?
Ricordo che moltissimi autori italiani e stranieri si son visti rifiutare opere diventate poi famose, capisaldi della letteratura.
Agatha ChristieAgatha Christie ha passato quattro anni a pregare gli editori per far pubblicare il suoi gialli; l’autore deLe cronache di Narnia ha ottenuto più di 800 bocciature prima di vendere un libro;Rudyard Kipling, autore de Il libro della giungla, fu scartato con questo commento “Mi dispiace Mr. Kipling, ma non sa usare la lingua inglese”; Camilleri ha dovuto aspettare 10 anni prima che Il corso delle cose venisse pubblicato; fu rifiutato anche Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di LampedusaSe questo è un uomo di Primo Levi rifiutato dalla casa editrice Einaudi per colpa dell’editor Cesare Pavese e ancora Stephen King con Carrie, Vladimir Nabokov con Lolita, Herman Melville con Moby Dick.
Un rifiuto ritrattato quello della Meyer di Twilight. In quel caso il rifiuto c’era tutto!!!
Guardando ai rifiuti dei grandi (veramente grandi) della letteratura italiana e straniera, gli autori sconosciuti che valgono e che son convinti del loro lavoro devono portare avanti il proprio sogno, magari possono farlo visionare a case editrici europee, visto che quelle italiane si tengono strette i loro autori preferiti e comunque pubblicano anche “vip” in pensione che non vogliono far allontanare la luce dei riflettori dal loro viso, ma che non saprebbero scrivere nemmeno il loro nome.
Confessare di odiare la scuola e lasciarla per questo motivo e poi ritrovarsi a “scrivere” libri, pubblicarli e venderli (anche tanti) non è normale, ma in Italia si!
Non devono incappare in editori a pagamento che fanno pagare le copie allo scrittore e non si preoccupano minimamente di pubblicizzare il libro.
Questa è una vera perdita di soldi e di tempo.
Non si può ridurre la scrittura ad una lobby perché la scrittura non è un dono di tutti, ma nemmeno un dono di pochi.
In Italia ci sono piccole e medie case editrici ostacolate, quasi soffocate dalle grandi, che sfornano autori validi.
Grazie ad esse la lettura è ancora un piacere!
Usciamo dal circolo vizioso dei grandi editori che pensano solo a vendere e lasciamoci coccolare dalle pagine dei nuovi autori che sanno davvero cosa significa scrivere!


Articolo scritto per iltempolastoria.it

http://www.iltempolastoria.it/slider/criticare-sempre-e-comunque/

domenica 2 febbraio 2014

Quando lo scrittore rimane un semplice uomo




“Sono nato in Cile nel 1949, sull’altra sponda del Pacifico, in un paese tormentato come il vostro da terremoti e tsunami, un paese lungo quasi cinquemila chilometri che comincia in un deserto e finisce in Antartide. Solamente a un uccello pazzo poteva venire in mente di farmi nascere lì”

Così scrive Luis Sepulveda nel suo racconto Lettera a dei giovani lettori giapponesi.
“Sono cresciuto in un quartiere proletario di Santiago del Cile e anche se in casa c’era qualche libro, soprattutto romanzi d’avventura – Jules Verne, Emilio Salgari, Jack London, Karl May – sarebbe una vanità spaventosa dire che si trattava di una biblioteca” (Un dubbio e una certezza).
Nel libro edito da Guanda, Ingredienti per una vita di formidabili passioni, Luis Sepulveda ripercorre dei tratti salienti della sua vita, sottolinea dei ricordi che ancora bruciano nella sua memoria, racconta dei suoi amici famosi e della loro perdita.
Figlio di genitori in fuga perché denunciati per ragioni politiche, visse i suoi primi anni col nonno, ma anche lui era un fuggiasco condannato a morte per motivi politici.
Sepulveda si descrive come un “venuto al mondo già fuggitivo”
A quindici anni Luis si iscrive alla Gioventù comunista e diventa redattore del giornale Clarìn. E nel 1969 vinse il Premio Casa de Las Américas andando contro la cultura ufficiale e gli valse la stima di Francisco Coloane (uno dei più grandi romanzieri latino americani del ventesimo secolo, che ha influenzato una generazione di scrittori latino americani. E’ stato paragonato a Melville e Conrad).
Torna in Cile consegue il diploma di regista teatrale e organizza spettacoli, ma soprattutto entra a far parte del Partito Socialista e della Guardia personale di Salvador Allende.
“I mille giorni del Governo Popolare furono duri, intensi, sofferti e felici. Dormivamo poco. Vivevamo ovunque e in nessun posto…Noi si che abbiamo avuto una gioventù e fu vitale, ribelle, anticonformista, incandescente, perché si forgiò nel lavoro volontario, nelle fredde notti di azione e propaganda…”
Ma l’11 settembre 1973 il governo di Allende cade in seguito ad un colpo di stato che mette a capo il generale Pinochet (appoggiato da Nixon e Kissinger) e da allora arriva l’inferno per Sepulveda e per i sostenitori del Presidente marxista eletto democraticamente.
Molte morti sospette, molti desaparecidos e molti torturati e incarcerati con il nuovo governo dittatoriale.
Anche lo scrittore venne imprigionato e torturato per sette mesi, doveva essere condannato a morte, ma la sua pena fu commutata nell’esilio grazie all’intervento di Amnesty International. Doveva star lontano dal suo paese per ben otto anni.
Anziché andare in Svezia, Sepulveda scappa in Brasile, poi in Paraguay e in Ecuador dove partecipa alla spedizione dell’UNESCO e vive per sette mesi in Amazzonia.
Da quest’esperienza nasce un capolavoro di Sepulveda, intitolato Il vecchio che leggeva romanzi d’amore.
Lavora anche con Greenpeace, trattando temi ecologisti.
Dal 1996 vive in Spagna.
Nel libro Ingredienti per una vita di formidabili passioni racconta pezzi della sua vita, suoi pensieri, suoi ricordi.
Come il racconto dedicato al Poeta.
“La notizia della morte del Poeta Pablo Neruda giunse a noi cileni come un’ennesima ondata dello tsunami dell’orrore che si abbatteva sulle nostre vite…Manuel Araya fu testimone diretto dei fatti che avevano accelerato la morte del Poeta, ma la sua coraggiosa testimonianza fu occultata dalle ombre create dalla dittatura…Neruda è un grande protagonista dei movimenti sociali cileni, la sua poesia è impregnata dell’aria del Cile…”.
Neruda uno come lui, che si batteva per i diritti dei cileni e soprattutto andava contro la dittatura.
Sepulveda tratta anche altri argomenti nel suo libro, attuali anche, come il problema dei Troll.
“Un social network riporta informazioni su un fatto abbastanza inusitato di questi tempi: il Presidente della Repubblica orientale dell’Uruguay, Pepe Mujica, ospita nella residenza presidenziale i poveri che non hanno dove vivere in un inverno molto freddo. I posti come Facebook possono essere un posto fantastico per scambiare informazioni e idee, e anche per mobilitare la gente quando la mobilitazione è un imperativo davanti agli eccessi del potere. Ma i social network hanno un problema che li satura e li priva del loro potenziale di mobilitazione: i troll.”
La sua critica è giustificata, perché i troll son persone che non avendo nulla da fare, creano “pensieri” che pubblicano e che irritano notevolmente molte persone, solo per il gusto di vedere queste persone arrabbiate. “I troll sono precedenti a Internet, anche se è in Internet che hanno maggiore visibilità”.
Tratta l’argomento del Grande Ricatto spiegando che l’umanità è schiava di un sistema economico-finanziario che spreme i singoli.
Critica il trattamento ricevuto dai minatori rimasti intrappolati nella miniera crollata e miracolosamente vivi.Ridotti ad uno show mediatico, i minatori si son visti recapitare regali costosi. “iPhone di ultima generazione per ognuno di loro, inviti a una partita del Real Madrid in Spagna, un ricevimento al palazzo della Moneda a Santiago. Nessuno ha chiesto però alla società mineraria di ricompensarli, non con altri omaggi, ma semplicemente pagando i salati per i giorni in cui erano rimasti sepolti”.
Ha pensieri e parole anche per la Spagna, il paese dove ora vive.
“Rajoy ha cominciato a essere popolare nella politica nazionale spagimagesnola quando l’ex presidente José Maria Aznar ha premiato la sua fedeltà nominandolo prima ministro della Pubblica Amministrazione e poi ministro dell’Istruzione e della Cultura al posto dell’attuale presidente della Comunità Autonoma di Madrid, Esperanza Agiurre, fanatica sostenitrice dell’ultraliberismo economico, famosa per le sue pubbliche dimostrazioni di ignoranza. Tutti ricordano ancora quando, alla domanda se avesse letto qualcosa della letteratura portoghese, confessò di essere un’ammiratrice di una grande poetessa: Sara Mago.”
Critica l’opposizione irresponsabile e bugiarda responsabile del governo disastroso, che in ritardo si è ricordata di fronteggiare la crisi con metodi sbagliati.
“Il governo Zapatero ha fatto il lavoro sporco della destra: i primi tagli, riduzioni di salario, trasfusioni di denaro pubblico alla banche private”.
Sepulveda ha una scrittura semplice che arriva direttamente al lettore e fa capire anzi vivere le situazioni denunciate dallo scrittore.
Sembra di essere nei suoi panni.
Consiglio vivamente la lettura di questo bellissimo libro e di tutti i suoi altri libri.


Articolo scritto per iltempolastoria.it

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