venerdì 20 giugno 2014

Quando l'opinione diventa reato #IOSTOCONERRI

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“Anche quando la vita sembra una lotta contro i mulini a vento, eroe è colui che non si arrende, che ogni volta si rimette in piedi e prosegue il suo viaggio, incurante degli ostacoli, incurante della sconfitta. Invincibili sono tutti coloro che hanno ereditato l’ostinazione di don Chisciotte. Invincibili sono, per esempio, i migranti, uomini e donne che attraversano il mondo a piedi per raggiungerci e non si fanno fermare da nessun campo di prigionia, da nessuna espulsione, da nessuna legge, da nessun annegamento, perché li muove la disperazione e vanno a piedi.”
( Erri De Luca )
Lo scorso 5 giugno Erri De Luca si è recato in tribunale a Torino, per rispondere al reato di istigazione a delinquere solo per aver manifestato il suo disaccordo nei confronti di un’opera inutile che sta massacrando la naturale bellezza della Val di Susa e per aver appoggiato il gruppo che si oppone ad essa: il Movimento No Tav.
Mi risulta che in Italia ci sia libertà d’opinione, sancito dall’Art.21 della Costituzione (atto normativo fondamentale), ma questo articolo ultimamente non viene preso ad esame.
Hanno detto che Erri De Luca ha usato il verbo sabotare e subito dopo son accaduti incidenti (che invece son capitati prima e se vogliamo badare al capello, non si son mai fermati anche se i media non puntano i riflettori su questo caso, se non quando vogliono o quando devono distrarre da altro), ma ad essi io rispondo che il verbo in questione ha più di un significato e non denota terrorismo.
Precisamente quel verbo oltre al significato di distruggere, rovinare, esprime anche un’azione politica o sindacale atta a bloccare, impedire, ostacolare, disturbare.
Ora se non si conoscono le leggi (ed è un male perché la legge non ammette ignoranza o, come viene riportato nei manuali di istituzioni di diritto privato, “Ignorantia legis non excusat”), almeno si dovrebbe conoscere l’italiano.
Lo scrittore e poeta italiano Erri De Luca, conosce bene la lingua madre, per questo era sicuro che le sue parole non avrebbero arrecato malintesi di alcun tipo.
Ma non è stato così, perché quando in certe opere, girano affari per milioni di euro, quando ci sono in ballo interessi milionari, chiunque dica qualcosa (qualsiasi cosa) che possa trasformarsi in ostacolo, viene zittito attraverso azioni di giustizia inventate.
Ho posto qualche domanda ad Erri De Luca che gentilmente ha risposto (di nuovo, visto che lo intervistai già a suo tempo).

“Mi processeranno a gennaio, mi metteranno sul banco degli imputati e ci saprò stare. Vogliono censurare penalmente la libertà di parola. Processarne uno per intimidirne cento”
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Cosa significa per lei “sabotare”? Perché molte persone la accusano di supportare la distruzione, quando invece il verbo sabotare non necessariamente presuppone un atto terroristico e significa anche intralciare, disturbare.
«Mi accusano per il verbo “sabotare”, che per il Pubblico Ministero si riferisce a danneggiamento materiale. La lingua italiana usa il verbo sabotare anche per chi si rifiuta di obbedire a un ordine e perciò commette sabotaggio di un comando. Uno sciopero sabota un servizio o una produzione. Un ostruzionismo parlamentare sabota un disegno di legge. Ma anche se il verbo sabotare fosse solo danneggiare, rientrerebbe lo stesso del mio diritto di parola, criticabile ovunque, ma non censurabile in un’aula di tribunale».
Secondo lei vogliono a tutti i costi processarla perché lei potrebbe smuovere le masse e far aprire loro gli occhi davanti al disastro della Val di Susa?
«Smuovere masse? Sono un capo di qualche partito, organizzazione, movimento? La Valle di Susa e’ militarizzata per costringerla a subire un’opera di sicuro disastro ambientale. Vogliono militarizzare pure la parola di contrasto.»
“E’ un onore per uno scrittore essere imputato di reato di opinione” [Erri De Luca]
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Lei, giustamente, ha detto che “censurano la libertà di parola” che è tutelata dall’art. 21 della Costituzione. Come possono contravvenire ad un articolo della più alta forma legislativa che esiste in Italia? Nessuno se ne accorge?
«Contano sul fatto che io sia una persona isolata e isolabile. Le dimostrazioni di sostegno e di affetto che sono piovute a scroscio in questi giorni dimostrano il contrario.»
Ed infatti per lo scrittore si son mobilitati in molti sia in Italia che all’estero. In Italia al grido Io sto con Erri, che rimbalzava da Facebook a Twitter a Google+, racchiuso nell’hashtag #IOSTOCONERRI, si son impegnate moltissime persone, le quali hanno organizzato iniziative a sostegno dello scrittore in tutta Italia.

Se credevano che Erri De Luca potesse rimanere isolato, si sbagliavano di grosso!

Appuntamenti son stati organizzati a Roma, Velletri, Montecelio (Rm), Maccarese (Rm), Cassino (Fr), Formia (Lt), Rieti, Ancona, Catanzaro, Piacenza, Bergamo, Cremona, Castiglione delle Stiviere (Mn), Brescia, Bologna, Faenza (Ravenna), Nonantola (Mo), Cesena, Poggio Torriana (Rn), Napoli, Boscoreale (Na), Piano di Sorrento, Pompei, Avellino, Benevento, Aversa (Ce), Salerno, Pontecagnano (Sa), Piscinola (Na), Termoli, Matera, Potenza, Rionero in Vulture (Pz), Taranto, Bari, Bitonto (Ba), Grumo Appula (Ba), Palo del Colle (Ba), Locorotondo (Ba), Altamura (Ba), Barletta (Ba), Isole Tremiti, Foggia, Reggio Calabria, Crotone, Diamante (Cs), Catanzaro, Catania, Palermo, Sant’Agata di Militello (Me), Cagliari, Alghero, Genova, Savona, Pistoia, Aosta, Torino, Cuneo, Milano, Como, Venezia e Trieste. Al di fuori dell’Italia si son mobilitati in Francia a Lione, in Inghilterra a Londra e in Germania nella libreria italiana di Berlino.
Come hanno potuto vedere le autorità, lo scrittore non è stato lasciato solo, sia perché il “reato” è pretestuoso, sia perché moltissime persone difendono la natura e non gli interessi economici legati a opere di cemento atte a distruggerla.
Quanto conta la natura, il più bel regalo che qualcuno poteva farci, quando ci sono di mezzo gli interessi?
«La natura e’ per me una parola sacra, noi specie umana non possiamo pronunciarla. Preferisco parlare di suolo,aria, acqua, salute pubblica: contano niente nella progettazione e realizzazione di grandi opere sul nostro territorio precario quanto pregiato.»
Un uomo che ha vissuto in mezzo alla natura e ne ha carpito le bellezze può non difendere la stessa?
Un uomo che ha camminato a piedi nudi per godere appieno delle meravigliose sensazioni che il contatto con la terra ti dà, ora viene accusato di essere un terrorista?
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Così recita l’articolo 21 della Costituzione:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria [cfr. art.111 c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.
Ma le pubblicazioni a mezzo stampa oppure gli spettacoli contrari al buon costume (come recita l’ultimo comma dell’articolo) non sono presi in considerazione da questi alacri giudici che non perdono tempo ad accusare uno scrittore che dice la sua opinione? 
Di solito l’articolista dev’essere neutrale, lo so, ma in questo caso si abusa, e da tempo, dell’articolo 21 e parlo in quanto cittadina italiana quando dico che l’articolo della Costituzione dev’essere rispettato e non può essere applicata nessuna censura o nessuna pena qualora una persona esprima un proprio pensiero.
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“Non chiederò il rito abbreviato perché preferisco un processo aperto con udienze pubbliche. Non so quanti anni di carcere sto rischiando, non mi occupo di queste cose, ma non voglio sconti di pena. E se dovessero condannarmi, ho concordato con il mio avvocato che non ricorreremo in appello. Se dovrò andare in galera, allora ci andrò.”



Intervista fatta per iltempolastoria.it

http://www.iltempolastoria.it/interviste/quando-lopinione-diventa-reato-iostoconerri/

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